sabato, Maggio 18, 2024
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I rischi del mondo virtuale di META

di Furio Capozzi

Presentazione ufficiale di META da parte del creatore Zuckemberg

Il visionario Zuckemberg lo ha fatto ancora! Ha immaginato il futuro, e lo ha fatto in un mondo immaginario, un mondo alternativo a quello reale, nel quale si potra’ accedere tramite una piattaforma, Meta (da Metaverso), un paio di visori di realta’ virtuale e nella quale si potra’ lavorare, socializzare, visitare luoghi, viaggiare virtualmente, in maniera totalmente immersiva e con un personaggio virtuale simile a quello reale. Quello che poteva sembrare utopico prima del periodo pandemico, rappresenta oggi una cacotopia, una descrizione di una realta’ immaginaria del futuro, prevedibile, sulla base delle tendenze sociali della situazione attuale. Una cacotopia che, allo stesso tempo puo’ risultare positiva sotto alcuni versanti ma che, se non gestita, progettata bene, potrebbe lasciare presagire esperienze e conseguenze spaventose all’utilizzatore. Di fatto la tecnologia consente di avere un Avatar, termine traslato dalla incarnazione delle divinita’ induiste, che potra’ viaggiare in un mondo costruito ad hoc per consentire di vivere una realta’ diversa da quella reale. Si potra’ lavorare, andare a scuola, fare shopping, diversamente da come avviene oggi, con distacco, quando siamo collegati ad una piattaforma virtuale, lo potremo infatti fare in maniera immersiva, avendo la sensazione di essere sul posto virtuale e gli altri utilizzatori potranno vedere il nostro avatar con le reali espressioni che vengono rilevate dalle apparecchiature digitali e riprodotte digitalmente: parole, espressioni, perfino le lacrime saranno rappresentate.

Quello che nel film Avatar di Cameron del 2009, sembrava una fantascienza inarrivabile, oggi, con un investimento di 30 miliardi di euro da parte di META, e con una capacita’ visionaria, sara’ possibile. Esistono molti settori gia pronti per essere immersi in Meta e sono: gli acquisti di mobili, che potranno essere visionati all’interno della nostra casa digitalizzata nel metaverso, l’acquisto e la prova virtuale di veicoli, servizi informatici, spettacoli teatrali, concerti, Dj set, videogiochi (partecipando con il proprio avatar) etc, sono gia’ pronti per essere fruiti direttamente nel metaverso. Immaginiamoci ad esempio una lezione di Storia antica, nella quale gli studenti potranno passeggiare al fianco dei senatori romani durante un convegno, potranno visitare una citta’ storica oggi scomparsa, visitare un luogo attuale durante la lezione di geografia in maniera totalmente immersiva etc. Sara’ possibile fare esperienze estreme, realmente rischiose nella vita reale: gettarsi con una tuta alare da una montagna senza esperienza, tuffarsi nelle cascate del Niagara, visitare di notte un sobborgo malfamato di Rio de janeiro, oppure un luogo di guerra, per un medico effettuare una operazione chirurgica complessa su un paziente virtuale, etc.

Ovviamente ci sara’ un periodo di transizione nel quale tutte le caselle del metaverso dovranno essere riempite. In questo periodo iniziale l’esperienza sara’ parziale, come lo fu all’inizio dell’avvento di internet oppure di Google Maps. Altri sviluppi del metaverso si muoveranno verso risposte e comportamenti automatici dell’avatar, tramite l’AI, intelligenza articificiale, che imparera’ i suoi comportamenti ed abitudini. Risposte e comportamenti che continueranno anche quando l’avatar sara’ off line oppure, al limite, quando sara’ morto. In sostanza un altro utente, uguale a quello reale, permarra’ in ‘vita’ anche dopo la morte dell’utente reale, continuando a comportarsi ed a parlare, interagendo grazie alla realta’ virtuale, come farebbe quello reale di cui e’ avatar. Dove e’ quindi il rischio derivante da questa cacotopia? Il rischio e’ nella possibilita’ che, sempre piu’ frequentemente e con sempre piu’ utenti, ci sia un distacco dalla socializzazione reale, umana, vera. L’essere umano puo’ essere provvisoriamente ingannato dalla socializzazione virtuale, ma la differenza tra un ‘mondo di plastica’ ed un mondo reale viene percepita sempre per la mancanza di quel ‘calore’ tipico dell’approccio umano. La conseguenza potrebbe essere quindi una crescente quantita’ di utenti reali che potrebbero cadere in depressione per mancanza di quel rapporto umano che e’ stato alla base della evoluzione da millenni. Grazie alla velocita’ attuale dello sviluppo della tecnolgia, lo vedremo presto. 

Minaccia di guerra sull’altra sponda del Mediterraneo?

di Assia Koumairi

Sulle sponde del Mediterraneo le relazioni diplomatiche tra l’Algeria e il Marocco sembrano precipitare in un’escalation continua rispetto alla quale occorre porsi il problema di dove si potrà arrivare.

Sullo sfondo prossimo della crisi diplomatica (che risale invero a molto prima) la scelta dell’Algeria di sostenere il Fronte Polisario contro il Marocco che rivendica la sovranità sul Sahara Occidentale o meglio, secondo Rabat, sul Sahara marocchino.

Una questione che parte da lontano e che passa dall’imponente Marcia Verde e alle reazioni algerine fino al recentissimo riconoscimento da parte degli Stati Uniti della sovranità marocchina sul Sahara che era stata messa, però, in discussione dalla Corte di giustizia dell’Unione europea nel 2016.

E’ di agosto di quest’anno la notizia che l’Algeria ha deciso di interrompere le relazioni diplomatiche con il Marocco.

La tensione, però, sta via via crescendo in quest’ultimo periodo: l’Algeria ha alzato il livello di tensione nei confronti del Marocco.

Da parte sua il Marocco tramite il re Muhammad VI lancia segnali di distensione: nel suo discorso in occasione della recente festa del Trono aveva invocato sentimenti di fratellanza tra i due popoli.

Ebbene, dopo aver chiuso il proprio spazio aereo ai voli marocchini come conseguenza della rottura delle relazioni diplomatiche, il 31 ottobre scorso l’Algeria non ha rinnovato il contratto di innovare il contratto per lo sfruttamento del gasdotto che rifornisce la Spagna di gas algerino attraverso il Marocco.

In questi ultimi giorni, poi, l’Algeria ha accusato il Marocco di aver ucciso il 1° novembre tre suoi cittadini in un attentato utilizzando armi avanzate nella zona di confine tra la Mauritania e il Sahara occidentale.

Inoltre, l’Algeria non ha gradito la posizione espressa dal Marocco all’ONU volta a sostenere la tendenza separatista rispetto all’Algeria della regione della Cabilia.

Ma la notizia di oggi rilanciata dal quotidiano spagnolo La Razon è che l’Algeria si starebbe preparando, lungo il confine marocchino, a lanciare missili verso il Marocco.

Se la notizia di uno stato di prebelligeranza dovesse essere confermata indicherebbe che la tensione è alle stelle, ma la speranza è che le relazioni tra i due paesi possano normalizzarsi evitando le conseguenze deteriori (e che nessuno dei due popoli vuole) della crisi delle relazioni diplomatiche.


على شواطئ البحر الأبيض المتوسط ​​، يبدو أن العلاقات الدبلوماسية بين الجزائر والمغرب تتسرع في تصعيد مستمر فيما يتعلق به من الضروري طرح سؤال حول أين يمكن الوصول إليها.
على خلفية الأزمة الدبلوماسية المباشرة (التي تعود في الواقع إلى ما قبل ذلك بكثير) ، تم اختيار الجزائر لدعم جبهة البوليساريو ضد المغرب الذي يطالب بالسيادة على الصحراء الغربية أو بالأحرى ، وفقًا للرباط ، على الصحراء المغربية.
سؤال ينطلق من بعيد وينتقل من المسيرة الخضراء المهيبة وردود الفعل الجزائرية على اعتراف الولايات المتحدة الأمريكية مؤخرًا بالسيادة المغربية على الصحراء والتي كانت مع ذلك موضع شك من قبل محكمة العدل التابعة للاتحاد الأوروبي في 2016.
ووردت أنباء في أغسطس من العام الحالي مفادها أن الجزائر قررت قطع العلاقات الدبلوماسية مع المغرب.
ومع ذلك ، فقد تصاعد التوتر تدريجياً في الفترة الماضية: رفعت الجزائر مستوى التوتر تجاه المغرب.
من جهته ، يرسل المغرب ، من خلال الملك محمد السادس ، بوادر استرخاء: ففي خطابه بمناسبة العيد الأخير على العرش ، أثار مشاعر الأخوة بين الشعبين.
حسنًا ، بعد إغلاق مجالها الجوي أمام الرحلات الجوية المغربية نتيجة لانهيار العلاقات الدبلوماسية ، لم تجدد الجزائر في 31 أكتوبر الماضي عقد ابتكار عقد استغلال أنبوب الغاز الذي يمد إسبانيا بالغاز الجزائري عبر المغرب.
في الأيام الأخيرة ، اتهمت الجزائر المغرب بقتل ثلاثة من مواطنيها في 1 نوفمبر في هجوم باستخدام أسلحة متطورة في المنطقة الحدودية بين موريتانيا والصحراء الغربية.
علاوة على ذلك ، لم تعجب الجزائر الموقف الذي عبر عنه المغرب في الأمم المتحدة الرامي إلى دعم الاتجاه الانفصالي فيما يتعلق بالجزائر في منطقة القبائل.
لكن خبر اليوم الذي أعادت صحيفة “لا رازون” الإسبانية بثه هو أن الجزائر تستعد لإطلاق صواريخ باتجاه المغرب على طول الحدود المغربية.
إذا تم تأكيد خبر حالة ما قبل الحرب ، فسيشير ذلك إلى أن التوتر مرتفع للغاية ، ولكن الأمل هو أن العلاقات بين البلدين يمكن أن تطبيع مع تجنب العواقب الضارة (والتي لا يريدها أي من الشعبين) من أزمة العلاقات الدبلوماسية.

Simboli Nazionali: dai luoghi del G20 al Milite ignoto

di Fabio Valerini Foto di mysteron09

Due eventi a poca distanza di tempo tra loro: il G20 di Roma e, subito dopo, la ricorrenza del centenario del Milite ignoto.
Ciascuno per ragioni diverse offrono spunti di riflessione su un aspetto non secondario della vita di un paese: i simboli intorno ai quali una comunità si stringe e che possono saldare il senso di comunità.
La rievocazione del centenario del viaggio che il Milite ignoto fece sul treno che lo portò da Aquileia a Roma riporta alla mente, grazie ai filmati dell’Istituto Luce, le ali di folla che avevano accompagnato il passaggio lento di quel treno.
In quel momento attorno a quel Milite ignoto si erano stretti tutti e quindi, a buon diritto, il Milite ignoto è un simbolo, così come è un simbolo il Vittoriano dove venne tumulato e che sarà l’Altare della Patria teatro delle manifestazioni ufficiali della Repubblica.
Il dubbio che oggi, però, sovviene è se quel simbolo abbia mantenuto intatta la sua forza o se si sia in qualche modo attenuata. Dubbio che si manifesta nel vedere la scarsa partecipazione al passaggio del treno della memoria nelle varie sue tappe.
Ed allora la domanda che si pone è a chi spetti – naturalmente se debba spettare – il compito di mantenere vivo il simbolo.
L’importanza di quest’aspetto per la coesione della comunità mi sembra fosse alla base della scelta del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi quando rivitalizzò, tra l’altro, la Festa della Repubblica del 2 giugno ripristinando la parata ai Fori imperiali che ha sempre riscosso grande partecipazione di pubblico.
Certamente in questo, oltre alle istituzioni politiche, la scuola, e in particolare quella materia invero trasversale che si definisce “educazione civica” dovrebbe aver un peso determinante per la formazione anche dal punto di vista simbolico.
Ma anche il primo degli avvenimenti che abbiamo richiamato e, cioè, il G20 a Roma ha suscitato qualche riflessione sulla scelta del luogo.
Ebbene sì la scelta è caduta sulla la Nuvola all’EUR: un luogo diverso dalla storia della Roma antica, dove il movimento della Nuvola sembra imprigionato nella razionalità del contenitore con un continuum così rispetto all’architettura originaria del quartiere.
In un articolo del Washington Post si richiamava l’attenzione (senza invocare la cancel culture) come il quartiere che ha ospitato il consesso internazionale sia quella che è ritenuta manifestazione del regime fascista sia nel suo aspetto architettonico razionalista sia nel suo aspetto simbolico con la rappresentazione dell’immagine di Mussolini su un bassorilievo dedicato alla storia di Roma.
Anche qui un problema di simboli e questa volta anche di interpretazione dei simboli stessi, ivi compreso il rapporto con i simboli di un regime passato ed abbattuto.

I Maiali del G20

di Ermannomaria Capozzi

Siamo in tre, in un piccolo bar di periferia di Roma, seduti su tre sedie sgangherate, beviamo un peroncino alla salute de chi ce vo’ male… Rilassati e tranquilli guardiamo il solito traffico del venerdì pomeriggio. Tutto d’un tratto passano cinque macchine della polizia e tre moto davanti a noi, gran frastuono, che sirene, che botti !!! Commenta uno: aooo, beati loro che riescono a passare, io per tornare a casa devo aspettare che si fa notte. Risponde l’altro: ma sto G20, non potevano farlo con lo smart working? In ufficio ci fanno due scatole così appesi alle riunioni per ore davanti al computer anche solo per non decidere nulla, tanto pure loro non decideranno mica nulla. Rispondo io: certo sarebbe bello se i potenti della terra venissero a Roma a fare riunioni, vivendo la vita di noi romani. Intanto per cominciare l’appuntamento sarebbe generico, ci vediamo in tarda mattinata o nel primo pomeriggio… Poi immagino il presidente della Francia che deve prendere due autobus e un trenino e quindi parte alle sei del mattino per arrivare per pranzo. Immaginate poi il presidente americano che deve scendere con la metro ad una fermata chiusa ovviamente per allagamenti. Il colmo fra l’altro è che hanno detto al telegiornale, che hanno chiuso diverse fermate della metro per sicurezza, ma i presidenti non lo sanno che sono chiuse sempre per pioggia per il caldo o perché quel giorno non gli andava di lavorare. Che bello sarebbe pure vedere il cancelliere tedesco fermo sul raccordo per ore, che prima di arrivare può fare un’intera seduta del parlamento.
Invece loro sfrecciano per le loro strade difesi da un esercito di uomini per occuparsi del nulla. Non fanno altro che dimostrare ancora una volta che tutti i maiali sono uguali ma alcuni maiali sono più uguali di altri

Le torture di Guantanamo

di Furio Capozzi foto di Tayeb Mezahdia

Il Paese ‘esportatore di democrazia’ per eccellenza, gli Stati Uniti d’America, e’ conduttore e proprietario di una struttura di detenzione di massima sicurezza all’interno del territorio demaniale Cubano nella baia di Guantanamo. Il campo e’ famoso alle cronache ed all’opinione pubblica mondiale, in quanto, nello stesso vengono abitualmente perpretate dagli Stati Uniti, pratiche che sono considerate palesi violazioni della Convenzione di Ginevra riguardo ai prigionieri di guerra. La cosa piu’ incredibile di questo campo e’ che nello stesso vengano detenute persone che non sono accusate di alcun crimine e senza un processo preventivo, vengano sottoposte a torture e detenzione senza fine pena.

L’area di detenzione e’ composta da tre campi: il Camp Delta, il Camp Iguana ed il Camp X-ray, famoso per il film omonimo e chiuso il 29 Aprile del 2002. 

I campi di detezione furono inaugurati, nel Gennaio del 2002, dal Governo degli Stati Uniti, presieduto dall’allora Presidente George W. Bush, e furono destinati alla detenzione di prigionieri catturati in Afganistan e Pakistan tramite quella che viene definita una Extraordinary Rendition. Una pratica, da molti definita illegale, di cattura dei personaggi ritenuti pericolosi per la sicurezza nazionale, senza un vero capo di accusa, e senza il due process of law, ossia, un “giusto” processo secondo le regole del diritto processuale internazionale, giudicate di ostacolo per l’attività di contrasto condotta dai servizi segreti, statunitensi in questo caso. Vi furono altri casi di deportazione illegale, ma furono sempre seguiti da una incriminazione nel territorio di destinazione finale del detenuto. Furono i casi di deportazione dei criminali di guerra nazisti, o presunti tali, che una volta prelevati da territori stranieri, ad esempio dalla Argentina ad opera di Israele, furono immediatamente sottoposti a processo. Qui invece, a Guantanamo la situazione e’ preoccupante e grave nei confronti dell’atteggiamento che dovrebbe avere uno stato, come gli Stati Uniti, che si professa Stato di diritto ed esportatore di democrazia: qui i detenuti permangono per anni senza un capo di accusa e senza potersi difendere, sottoposti a torture indicibili che solo a raccontarle fa accapponare la pelle. Perché’ sono stati deportati? Esistono diversi trattati secondo cui uno Stato deve ‘aut dedere aut judicare’, (principio del 1642 giurista Ugo Grozio) e sul quale Amnesty International ha scritto un trattato (The obligation to extradite or prosecute aut dedere aut judicare, Amnesty International Publication 2009) . Ma il principio espresso in tale formula latina non ha natura consuetudinaria, dunque in assenza di una apposita convenzione internazionale in tal senso, vige il principio consuetudinario opposto, secondo cui lo Stato può ma non è tenuto a sottoporre a giudizio ed eventualmente a punire, può ma non è tenuto a concedere l’estradizione. E proprio per evitare le conseguenze del principio Aut dedere aut judicare, che fu messa in atto la deportazione illegale dei detenuti di guerra e fu instituito il campo di prigionia di Guantanamo. Gli Stati Uniti volevano essere sicuri di poter agire senza che vi fosse un altro stato a giudicare le persone che loro ritenevano meritevoli di detenzione sine die, lo stato nel quale il crimine, ignoto al detenuto, era stato eventualmente commesso. La pratica e’ talmente illegale che nel 2007, in Germania, i magistrati di Monaco chiesero l’arresto per 13 agenti della Cia in relazione al sequestro e deportazione del tedesco-lbanese Khalid al Masri ( avvenuto nel 31 dic 2003 tra Serbia e Macedonia), con l’accusa di detenzione e gravi lesioni. La corte suprema degli Stati Uniti si e’ opposta successivamente alla richiesta di danni avanzata contro la Cia dal detenuto illegalmente (sentenza del 9 Ott. 2007). 
va anche precisato che alcuni Stati sono stati pubblicamente accusati di collaborazionismo oppure immobilismo, in relazione a queste pratiche illegali degli Stati Uniti, e sono il Regno Unito e l’Italia. 

Gli Stati Uniti hanno definito i detenuti di Guantanamo, combattenti nemici, (segretario alla difesa Donald Rumsfed), ma a loro non si applica la convenzione di Ginevra per i prigionieri di Guerra, perche’ non lo sarebbero (secondo gli Stati Uniti). Il fatto di non dichiararli detenuti ma combattenti nemici rappresenta un escamotage Statunitense per impedire quello che nel diritto anglosassone si chiama Habeas Corpus, ovvero il diritto/dovere del giudice di chiamare a suo cospetto il detenuto. Nelle more di questi aspetti legali sulla pratica di detenzione di Guantanamo, i detenuti gengono sottoposti a torture di ogni genere, come testimoniato in diversi rapporti specie dalla organizzazione Amnesty International. 

Tutto questo avviene nel 2021 ad opera dallo stato piu’ potente del mondo in termini militari, uno stato che vuole essere esportatore di democrazia.

Lo strapotere di facebook e la nuova piattaforma social di Trump

Di Furio Capozzi foto Gerd Altman

Recentemente, Donald Trump ha annunciato il lancio di una nuova piattaforma social, che ha preannunciato, si chiamera’ Truth Social e sara’ di proprieta’ di Trump media and Technology Group (TMTG). Il varo della nuova piattaforma e’ previsto per il mese di Novembre 2021. Dichiara Trump: “ho creato questa piattaforma per oppormi alla tirannia Big Tech” ed anche “Viviamo in un mondo dove i talebani hanno una enorme presenza in Twitter, ma il vostro Presidente e’ stato messo a tacere. Questo e’ inaccettabile”. Parte di queste dichiarazioni, sono state rese il giorno dell’assalto al Congresso Americano, il 6 Gennaio 2021, e parte dopo. Innanzitutto va fatta la evidente considerazione sul fatto che Trump intende candidarsi per le prossime elezioni presidenziali USA del 2024, inoltre vanno fatte alcune considerazioni sul potere attuale dei social media piu’ largamente diffusi. Oramai, in maniera sempre piu’ frequente, e con una policy che parte dal palese intento di limitare gli abusi, derivanti da fake news, oppure da posizioni che vengono ritenute dai progettisti dell’algoritmo di facebook, come dannose per la democrazia, vengono bloccati su questa oppure su altre piattaforme, post, pagine, posizioni di pensiero, di personaggi piu’ disparati e spesso del tutto estranei ad una pericolosa rivolta sociale. Oppure vengono incentivate pratiche di informazione al di fuori di ogni regola democratica.

In sostanza viene da chiedersi quanto sia giusto che una piattaforma, enorme ed onnipresente, in deroga a qualisiasi regola giornalistica di un paese democratico, faccia da giocatore, arbitro e giudice unico. Facebook, Twitter, Instagram, contengono notizie di informazione, spesso giornalistica, che raggiungono milioni di persone per singolo account ed e’ inaccettabile che non ci sia una reale verifica da parte di un organismo esterno, che regoli i flussi di informazioni secondo il principio della liberta’ di espressione e la regola, ovunque accettata in paesi occidentali, del diritto di replica ad una informazione di tipo giornalistico. 

Sede di Facebook a Menlo Park, San francisco Bay Arena , California, USA

Ad esempio e’ importante sottolineare il ruolo avuto nella campagna presidenziale di Hillary Clinton, delle fake news di origine russa, che sono transitate sul social di Mark Zuckenberg, per il quale lo stesso fondatore della piattaforma ha ammesso di avere venduto importanti spazi pubblicitari incontrollati, ad una societa’ russa, proprio durante le elezioni, con vantaggio di Trump che venne eletto presidente anche grazie al vantaggio derivato di queste fake news. 

E’ evidente oramai che, visto lo strapotere di facebook e la sua importanza sullo scenario politico mondiale, sia necessaria la imposizione di una autorithy indipendente, che possa fare da filtro rispetto alle decisioni di quello che oramai e’ l’uomo politico piu’ influente al mondo , Mark Zuckemberg. Autority che avrebbe potuto evitare, ad esempio, la manipolazione e l’orientamento del consenso pubblico, in maniera indiscriminata, in periodi elettorali, come fece Cambridge Analytica, a cui venne dato accesso alla banca dati degli utenti, in maniera illegale. Ricordiamo che venne provato il legame tra Cambridge Analityca con l’entourage di Donald Trump (lo stratega della campagna elettorale di Trump e’ il fondatore della societa’). In quel caso vennero raccolti dati di 50 milioni di utenti, mediante un gioco, e senza che fosse chiaro il reale utilizzo, un personality test, dove si rilevavano dati sensibili come: sesso, religione, idee sul welfare, posizione, idee su aborto , immigrazione armi etc, al fine di calibrare dei post personalizzati indirizzati alla persona profilata. Speriamo che i governi democratici siano abbastanza forti nell’imporre una regola di controllo esterno a piattaforme social che impattano in maniera massiva sulla informazione pubblica, cosi come avviene con le attuali regole iornalistiche, con qualisasi testata giornalistica anche quella della piccola associazione culturale di quartiere. 

La Reference Music

di Furio Capozzi / foto Whoalice Moore

Un tecnico del suono che opera in ambito professionale, deve avere chiari i riferimenti musicali che sono

riconosciuti come riferimenti musicali a livello commerciale di produzione (reference music). Il tecnico del

suono trova nella reference music tutta la sua passione e l’essenza della musica necessaria ad orientarsi nella

ricerca della giusta sala e del giusto mix . La reference music viene importata dal tecnico del suono direttamente nel software con cui

produce brani, per i quali vuole che la sonorita’ sia simile al brano importato. E quindi in un confronto A/B tra il brano oggetto di produzione

ed il brano reference, riesce a trovare il giusto orientamento. L’ascolto dei brani che seguono . stato selezionato per testare

casse, ambiente, control room e sono utili sia per i fonici che per i tecnici che devono testare il lavoro di

realizzazione delle sale, dopo le prove con strumentazione tipica. I brani che seguono sono stati selezionati in

anni di ascolto e rappresentano, non solo per il sottoscritto il riferimento nel sound design, mixing e

mastering e consentono di conoscere il concetto di bilanciamento delle frequenze in fase di produzione e di

ascolto.

Donald Fagen:

Morph The Cat/Morph the Cat (2006)

Mix vermante perfetto, la sua perfezione . tale per cui se qualcosa va storto significa che la

catena audio ha un difetto. Drum and Bass molto precise che sono le prime a perdere

efficacia nel caso di inefficienza del sistema audio. Gli strumenti sono inseriti e missatti

egregiamente e chiaramente divisi nell’ambito spaziale.

Tracking :Elliott Scheiner

Mix / Mastering Darcy Proper

Recording Info: Avatar Studios, Clinton recording Studios ; Sear Sound, Sugar Sound

Chris Rea :

You’re not a number/Auberge (1991)

La voce di Chris Rea . definita in ogni frequenza ed . possibile la differenza della resa nei

diversi monitor. Ottimo per testare la voce nelle sale.

Produttore: jon Kelly

Engineer: john Mackswith, justin Shirley-Smith, Russel Shaw

Recording: Miraval Studio (F), mix Mountain Studios (CH).

Phil Collins

Saturday Night nd Sunday Morning/…But Seriously (1989)

Tipico mix pieno di medie ed alte ,efficace per verificare come sono stati trattati gli

ambienti in fase di correzione,specie se molto riverberanti in origine.

Producer and mix :Phil Collins e Hugh Padgham

Recording info: The farm e A+M Studios.

Registrato in digitale ad esclusione di basso e batteria.

Toto

Falling In between/Falling in Between (2006)

Classico pezzo rock che tende a perdere di definizione se ascoltato a volume alto e/o con

monitor scadenti. La cassa . molto profonda ed . utile per testare gli impianti con piccoli

monitor con accoppiato un woofer.

Engineer: Simon Philips, Mike Ging, Phil Soussan, Stefan Nordin

Mastering: Stephen Marcussen

Mix: Steve MacMillan

Recording Info: Ats Studio, Phantom recordings

Justin Timberlake:

Senorita/justified (2002)

Pezzo Pop di riferimento , masterizzato e missato in maniera moderna, ottimo per studi che

missano gereralmente pop.

Mastering : Herb Powers jr

Mix jimmy Douglass, ed altri

Tracking: Andrew Coleman Senator JimmyD

recording : Backroom studios , Manhattan center studios, Master sound recording studios ,

record plant, the studio, underlab studios, westlake audio, windmark recording.

Dire Straits

money for nothing/brothers in arms (1985)

Brano ottimo per ascoltare il comportamento delle consonanti in sala, infatti le consonanti

se l’impianto reagisce male si percepiscono fastidiose. Perfetta la dinamica di ingresso della

batteria per testare i woofer piccoli (5 e 7 pollici)

Engineer: Neil Dorfsman, bruce Lampcov, David Greenberg, Steve jackson

Mastering: Bob Ludwig, john Dent

Recording: Air Studios, Montserrat, West Indies, MIX: Power station

Daft Punk

Digital Love/discovery (2001)

Pezzo di musica elettronica dove si intrecciano suoni centrali contrapposti a suoni molto

spaziati, perfetto per controllare l’immagine stereofonica ed il posizionamento dei vari

elementi.

Il sound dance . ottimo come riferimento per i subwoofer se presenti e comunque nella

parte bassa dello spettro.

Mastering Nilesh Patel

Janet Jackson

All Nite (don’t stop) Damita jo (2004)

In questo pezzo c’e’ una nota particolare di basso che scende nel portamento e pochi monitor

la rilevano (al minuto 2.23).

Tutto il brano suona compatto nella compressione ma senza perdere la dinamica, Solo con

monitor a tre vie si rilevano i dettagli delle percussioni molto definite e curate.

Mix : Steve Hodge , Matt Marrin, Mark Stent, Manny marroquin, Stephan Haeri, Jon Gass,

Kevin Davis. ENGINEER: Jun Ishizeki, Kameron Houff, Ian Cross, Jason Carson, Paul

Boutin. Mastering: Bian Gardner

Recording: Brandon’s Way Recording, Darp Studios, Flyte tyme studios, larrabee studios

east, muryn studios, platinum sound studios, the record plant, sony music studios, the

village.

Hans Zimmer

What Shall we die for/Pirates od the caribbeanat the world’s end (2007)

tutto il cd del 2007 . perfetto per testare il sistema con suoni orchestrali, percussioni con

molte basse, se i monitor sono scarsi, a prescindere dalla dimensione, non si riescono ad

apprezzare. Con monitor ottimi si apprezza il lavoro sulla prima ottava. Dello stesso album

Up is Down mette in crisi i monitor a due vie.

Mix engineer alan Meyerson Al Clay

Hans Zimmer, Benjamin Wallfisch

2049/Blade runner 2049 (original motion picture soundtrack) (2017)

Il pezzo nella fase iniziale ha delle percussioni (timpani) trattati al sintetizzatore, che con

monito di basso profilo non riescono ad emozionare e sembrano solo centrali nella partenza.

Il pinoforte emerge dal brano circa alla met. e deve farlo in maniera chiara e senza

confusioni.

Mix :Alan Meyerson

Music production service : Steven Kofsky

epic records

Terence Trent D’Arby

As yet untitled /indroducing the Hardline acoording to Terence Trent D’Arby (1987).

In questo pezzo, se i monitor non sono di qualit., almeno media,il suono diventa impastato

sulle sibilanti. Non . un pezzo eccellente ma trasforma le S in Z se il convertitore . scarso.

Eng e Mix : Phil Legg . The Laughing Man.

Morelenbaum2 e Ryuichi Sakamoto

Estrada Branca /casa (2002)

Produzione eccellente per valutare tridimensionalit. e profondit. con piano molto risonante.

Voce perfettamente controllata. Se qualcosa non suona bene a casse flat . colpa

dell’impianto.

Mix : fernando Aponte , Ryuichi Sakamoto

Mastering: ted Jensen

recording: the house of jobin , mega studios, discover studiosdi rio de janeiro, mix al kab

america studios, mastering sterling sound .

Gordon Goodwin’s Big Phat Band

Hunting Wabbits /xxl (2003)

la tuba e gli ottoni servono a testare in basso i monitor . L’ambiente sembra assente ma,

all’aumentare della qualita’. dei monitor, compare sempre piu’

Infatti come . noto: piu’ i monitor sono veloci piu’ i transienti risaltano. Studiare i predelay al minuto 2.15” possono mettere in crisi sale trattate male.

Prod. Gordon goodwin e Dan Savant

tracking and mix Tommy Vicary

Mastering : Bernie Grundman

recording : Capital records e Conway studios, mix conway studios e O’Henry Studios

engineer: Rob Eaton- registrato al Recording Right track records

Pat Metheny

Follow me /imaginary day (1987)

se i monitor sono scarsi suona piatto quasi senza bassi, se i monitor sono buoni si scoprono

ambienti sovrapposti e timbriche particolari. Engineer : Tommy Vicari, recording Info:

capital Records Conway studios.

Rainbow

Long Live and rock and roll/long live and rock and roll (1978)

brano metal nel quale la voce riesce ad emergere dal mix molto aggressivo, con monitor o

ambiente scarsi si confonde e si perde nel sound.

Whitesnake

Still of night/withesnake (1987)

Album di lancio nella cariera mondiale di whitesnake. Migliore bnd nell’hard rock che abbia

scalato le classifiche. Perfetto sound e mix. Deve suonare senza alcuna imperfezione .Suoni

ampi e definiti con test chiatarra voce impareggiabile.

Amon Tobin

Isam/Isam (2011)

Sperimentazione di resintesi ed arrangiamenti inusuali. Top delle produzioni elettroniche

mondiali. Suona perfetto nei sistemi di alta qualit. specifici per musica elettronica.

Mastering: TWERK Audibleoddities.

Dave Matthews Band

Crush /before the crowded streets (1998)

Mix eccelso e di riferimento assoluto. Alla pari con Steely Dan , Toto e Donald fagen

solista.

Engineer Stephen Harris

mastering : Ted Jensen

Mix : Steve Lillywhite

recording: plant studios e electric lady studios

Herbie Hancock

Imagine/The imagine project(2010)

Registrazione perfetta di pianoforte, perfetta registrazione e missaggio, voci (Pink, Seal e

Fatoumata Diawara) perfettamente riprese e registrate.

Mastering: Bernie Grundman

Mix : helik Hadar

recording : Abbey road studios, Africa studios, garage sale studios, tell studios, Henson

studios, Market street, nacena studios, ocean way recording, rak studios, studio x, sunset

sound, swamp raga studios, the hit factory criteria, the village recorder. Windmill lane

studios, yrf studio.

Hiromi Uehara

Voice /Voice (2011)

batteria che segue perfettamente il basso a cui fa da guida perfetta. Piano yamaha e tastiera

nord lead 2 di riferimento

mix e mastering Michael Bishop

John Mayer

Gravity/Continuum (2006)

suono invidiabile nel mix e nel suono, riferimento assoluto come tutto il resto dell’album.

Editing: Martin Pradler

Mastering: Greg calbi

Mix: manny Marroquin

Michael Jackson

Billy Jean/thriller (1982)

il pop per definizione , 60 milioni di dichi venduti rappresentano nell’immaginario collettivo

il suono del pop. Registrata dal mitico Bruce Sweiden. Originalit. assoluta del suono al

momento e guida per i suoni futuri. La sezione ritmica fu registrata su mixer portatile

realizzato da George Massenburg nello studio A dei Westlake: uno shure 57 sul rullante ,

rca 77dx sull’hi-hat, neumann u67 sul tom e hoverhead si presume un sennheiser 421 sulla

cassa, riverberi a processore emt 250, basso stingray fender, con DI diretto al mixer. Voci

shure sm57 e un Neve 1084, riversato in 16 tracce a nastro e successivamente in registratore

da . pollice . Tastiere cs80, tromba synt Lyricon a fiato. Del brano furono fatti 91 mix ma

alla fine il produttore Quincy jones scelse il secondo.

Engineer : Matt Forger

Tracking mix : Bruce Swedien

recording info : westlake recording studios

Noisia

Split the atom/split the Atom (2010)

Pezzi da cinema specie nelle scene dinamiche per la techno elettronica.

Ottimo uso del compressore atipicoper potenza e qualit..

Prodotto completamente con Cubase Steinberg , batterie toontrack, superior drummer, kvr

convoluter e d16 devastor, ni fm8 per il basso

Mastering: Darius van Helfteren – Amsterdam mastering.

Porcupine Three

Sound of Muzak/in Absentia

registrazione naturale ma potente nel sound

mastering: Andy vanDette c/o masterdisk

mix: Tim Palmer c/o Larrabee North

recording : Avatar studios, Air Lyndhurst, No man’s land new rising e red room recorders.

Aphex Twin

Mt Saint Michel + Saint Michael’s Mount Drukqs (2001)

elettronica complessa e piena di suoni su diversi strati che, se ascoltata in ambienti o con

monitor scarsi confonde palesemente. La ritmica e martellante ma deve sempre essere chiara

e precisa.

Ascoltare i to nella seconda met. del pezzo : perfetti.

Buriel

Archangel/Untrue (2007)

musica sperimentale, voce sporca di cui per. si riesce ad apprezzte la sonorit. in tutte le

sfumature .

Geiser

Blackyard

Il basso scarsetto da solo, comprime e rinforza la cassa perfettamente. Poche armoniche ma

fa il suo lavoro egregio di accompagnamento.

Pochi piatti e rullante pulito e nitido.

Massive Attack

Angel/mezzanine (1998)

basso imponente e percussioni al loro posto. Chiari e di riferimento i colpi di rullante di

bordo (rimshot). Raro caso di voce piena di riverbero e delay che riesce ad uscire chiara.

Engineer : Lee Shepherd

Mix Mark Stent

recording Chistchurch studio, massive attack studio

Presa di posizione del Presidente contro i No Vax

Di Furio Capozzi

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in un intervento alla cerimonia di consegna delle onoreficenze dell’ Ordine al Merito del Lavoro, ai cavalieri nominati il 2 Giugno 2021 e 2020, in cerimonie che, per l’emergenza di ordine pubblico, erano state rinviate, ha fatto alcune dichiarazioni sulla questione NO VAX, dichiarazioni che rappresentano un messaggio serio ed equilibrato, da parte di un personaggio pubblico che rappresenta le istituzioni e che non ha bisogno di fare l’occhiolino agli estremisti di qualsiasi parte, per scopi elettorali : “Non possono prevalere i pochi che vogliono, rumorosamente, imporre le loro teorie antiscientifiche, che danno sfogo, talvolta, ad una violenza insensata, persino con la devastazione dei centri in cui i nostri concittadini si recano per essere vaccinati e sfuggire al pericolo del virus”, ha detto questo con un evidente riferimento alle violenze ed agli abusi che si sono visti nelle piazze nelle ultime settimane, con il culmine della violenza nella devastazione della sede della CGIL,in una protesta contro il green pass nei luoghi di lavoro, per la quale azione, alcuni manifestanti sono attualmente detenuti.

“La ripartenza è una strada nuova. Dobbiamo percorrerla con determinazione e con speranza. Come è accaduto in altri momenti della nostra storia, quando nel dopoguerra la ricostruzione è cominciata dalle macerie, quando un nuovo modello sociale, più capace di benessere, di opportunità e diritti, è scaturito dal concorso di forze e di persone che quel benessere non l’avevano mai conosciuto”.

“Gli italiani hanno dimostrato serietà e senso della comunità ed è grazie a loro se registriamo una crescita incoraggiante. La ricerca e i vaccini ci hanno ridato spazi di libertà e la possibilità di riprendere in mano le nostre vite”, ha dichiarato il Presidente della Repubblica

“L’alleanza tra generazioni, che questa cerimonia simboleggia, è una condizione per uscire dallo stallo che il Paese ha vissuto”, ed ancora. “Sono proprio i cambiamenti profondi intervenuti nella società – demografici, culturali, persino antropologici – a imporci di sanare, bene e in tempi rapidi -ha dichiarato il Capo dello Stato – quelle fratture che rischiano di farci di arretrare, di disperdere le forze, di impoverire il capitale più prezioso che abbiamo, quello umano. La marginalità di parte del mondo giovanile è sempre stata ragione di indebolimento delle società e delle economie. In una stagione di innovazione così accelerata, come quella attuale, sarebbe una menomazione ancor più insopportabile. Non dobbiamo permetterlo”.

Insomma, una dichiarazione equilibrata che serve a rasserenare gli animi e a raffreddare qualli che pensano di sopraffare gli altri con metodi estraneai al confronto democratico. Ricordiamo ad esempio che proprio in molte di queste manifestazioni sono stati attaccati tra gli altri i giornalisti, in quanto queste fazioni estremiste rifiutano la cronaca che non sia edulcorata dalla loro ideologia antiscientifica.

Il populismo della legge ‘spazza corrotti’

di Furio Capozzi – foto Nicola Giordano

-I tempi della giustizia penale in Italia, sono lunghissimi rispetto ai tempi di conclusione del processo in molti altri paesi occidentali, e rappresentano di per se stessi una condanna senza colpa accertata. Occorrono circa 1600 giorni dalle indagini preliminari fino alla sentenza definitiva in Cassazione, se per qualche motivo non viene riformata anche in quella sede. In totale quindi un imputato ha di fronte a se, mediamente, circa 4 anni e mezzo, per veder concludersi le indagini a proprio carico. Se poi ha la disgrazia di essere imputato nei tre distretti che rappresentano un vero e proprio buco nero della giustizia umana, a quel punto la situazione si fa ulteriormente piu’ grave: si tratta di Reggio Calabria, Napoli ed il record da podio di Roma con 2.241 giorni, che corrispondono ad oltre sei anni. In questo quadro e’ intervenuta la recente normativa che ha introdotto quello che viene chiamato ‘stop alla prescrizione, nella sentenza di primo grado’ . Fino alla entrata in vigore della nuova normativa sulla durata massima di un giusto processo, oltre il quale si immagina che lo stato non abbia piu’ interesse ad accertare la verita’ oppure, per il quale e’ sempre piu’ difficile accertare la verita’ con il dilungarsi molto dei tempi di accertamento del fatto, esisteva la prescrizione, variabile in funzione del reato ipoteticamente commesso, a partire da una durata minima di circa 7 anni. La nuova normativa sulla prescrizione che sostanzialmente interrompe i termini dopo la sentenza di primo grado, rendendo quindi potenzialmente infinito un processo, fortemente voluta dal Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e dal Movimento 5 Stelle, e’ subito stata accolta dall’elettorato populista, come una rivoluzione ‘spazzacorrotti, una rivoluzione necessaria per evitare appunto che chi ha commesso un reato possa uscirne indenne grazie al fatto di avvalersi di una prescrizione, una via di uscita definitiva, oltre la quale e’ impossibile per lo stato indagare ulteriormente. Ma quanto e’ giusto che, in un quadro di partenza pessimo, nonostante lo spauracchio della precedente normativa sulla prescrizione, si introduca uno strumento normativo che lascia in mano al pubblico ministero le sorti dell’imputato, in un limbo che di per se stesso e’ una condanna? Quanto e’ importante che un cittadino subisca un processo penale in tempi ragionevoli, compatibili con la durata della vita dell’essere umano? E’ piu’ importante che qualcuno, colpevole la faccia franca oppure che centinaia di migliaia debbano patire la pena infinita di un processo senza termine, nelle mani di pubblici ministeri che non hanno degli obblighi di persecuzione temporali? Questi sono quesiti ai quali e’ opportuno rispondere tenendo conto che un processo penale puo’ capitare a qualisasi cittadino, e che spesso l’imputato e’ in galera in attesa di giudizio. Infatti si calcola che sono in attesa di giudizio nelle carceri italiane, anche qui record europeo, un quarto dei detenuti. In carceri che hanno un sovraffollamento tale per cui ci sono in media 120 detenuti ogni 100 posti. Queste sono le considerazioni che bisognava fare e che evidentemente non sono state fatte, prima della introduzione della riforma normativa che introduce lo’stop alla prescrizione’ . In sostanza sarebbe stato meglio introdurre dei meccanismi, degli strumenti, che realmente avrebbero potuto influire positivamente sulla giusta durata di un processo, anziche’ risolvere in maniera populistica, eliminando il giusto strumento della prescizione, una condanna, senza accertamento definitivo, nel contesto attuale della giustizia italiana.

Dolby Atmos

Di Fausto Demetrio.

Ultimamente sentiamo parlare di Dolby Atmos riferito alla musica, ma dobbiamo sapere che Atmos è una tecnologia sviluppata da Dolby Laboratories per permettere all’ascoltatore di fruire di un’esperienza sonora coinvolgente e scalabile, quindi non solo in un ambiente tarato come può essere una sala mix o al cinema, ma anche in auto o in un home theater.
L’Atmos è stato prima applicato nel cinema nel 2012, con un sistema di diffusione che può comprendere fino a 64 canali discreti, per offrire all’ascoltatore una precisione mai avuta prima nella provenienza del suono, e successivamente per l’home entertainment.
Recentemente Dolby ha definito le caratteristiche degli studi Atmos Music, per permettere la produzione e il mixing di musica con questa tecnologia.

La scalabilità

Le due caratteristiche fondamentali di questo sistema sono la precisione spaziale della sorgente sonora e la scalabilità. Per scalabilità intendiamo la capacità del sistema di essere in grado di far percepire le stesse sensazioni all’ascoltatore sia in una sala con molti diffusori, che con meno diffusori.
Un mix audio “stampato” in 5.1 o 7.1 andrebbe ascoltato con lo stesso numero di diffusori per il quale è stato ideato, altrimenti il risultato è un’importante alterazione della percezione sonora. Stesso discorso per quanto riguarda volume e distanze. Anche la proporzionalità dei movimenti di pan si va a perdere se il sistema di diffusione e la proporzione delle dimensioni della sala di ascolto non è il più simile possibile alla sala dove è stato effettuato il mix.
Dal punto di vista cinematografico, il problema è stato risolto con la standardizzazione delle specifiche sale mix e dei cinema. Problema rimasto irrisolto però nei sistemi home theater non hi-end.
Dolby ha creato il sistema Atmos, offrendo un risultato sonoro mai avuto prima, e riproducibile su sistemi differenti.
A parità di equalizzazione nel mix, la percezione di un suono che proviene da davanti, da lato o da dietro, è completamente diversa. Tante ore di mix sono state perse per rendere più credibile la provenienza del suono. Se il suono è in movimento c’è ancora più lavoro da fare per il fonico.
Il sistema Atmos, con molti diffusori, elimina questi problemi. Elimina anche i problemi di riproduzione perchè l’elaborazione è affidata ad un processore che decodifica e ripropone nel sistema di diffusione le stesse caratteristiche della sala mix.

Una schermata di produzione con il sistema Dolby Atmos

Il “master” Atmos è un multi-traccia composto da “Bed”, “Object” e meta-data. Possiamo pensare ai Bed come a degli stem 7.1 o 9.1 o 7.1.2, e agli Object come singole tracce sonore accompagnate da coordinate spaziali per il posizionamento tridimensionale. Il primo numero di “7.1.2” è riferito alla quantità di diffusori intorno a noi, il secondo è il canale Lfe, e il terzo numero è la quantità di diffusori sul soffitto, per ottenere realmente un posizionamento tridimensionale del suono.
Un master Atmos è attualmente in grado di contenere fino a 128 oggetti a 48 KHz, 24 bit.
Gli Object, accompagnati dai meta-data, rappresentano la più grande innovazione del sistema. Un mix effettuato in una sala 9.1.6 può essere riprodotto con la stessa precisione di provenienza del suono anche in una sala 7.1.4 o in un cinema con più diffusori, perchè i metadata che accompagnano il suono “Object” lo riposizioneranno nel punto corretto.

Le sale mix

Dopo anni di esperienza nel cinema, Dolby ha riadattato queste specifiche anche nell’Home Entertainment prima e nel mondo musicale poi con il Dolby Atmos Music.
Le sale mix Dolby Atmos Music, per essere definite tali, devono avere determinate caratteristiche standardizzate. Tra le principali: 85 dB di pressione sonora per diffusore, più 20 dB di headroom, ulteriori 10 dB per il canale Lfe, e una determinata curva di ottimizzazione dell’equalizzazione. Esiste un range di parametri ampio ma ben definito per quanto riguarda le dimensioni o la risposta in frequenza della stanza, quindi un trattamento adeguato della regia è fondamentale per riuscire a rientrare nelle specifiche richieste da Dolby.
Non esiste una “certificazione Dolby” per le sale mix, come avvenuto in passato per le sale cinema e l’home entertainment, però gli studi che rispettano le specifiche vengono pubblicati e “listati” (su richiesta) sul loro sito web – alle pagine ‘Dolby Music’.

La standardizzazione delle regie di mixing è veramente un fattore fondamentale per fare in modo che ci sia coerenza tra ciò che si sente in sala mix e ciò che verrà riprodotto dai diversi player nelle diverse configurazioni.
Tutti i sistemi di riproduzione più piccoli di un 7.1.4 non fanno altro che cercare di emulare al meglio la configurazione 7.1.4. Da una parte ci pensa il decoder di Dolby a riposizionare gli oggetti nel modo giusto, dall’altra le componenti hardware del sistema di playback e eventuali ulteriori processi che ogni azienda può decidere di apportare.

Ascolto in cuffia

L’ascolto in cuffia è solo uno dei tanti ‘renders’ che si possono generare da un file master Dolby Atmos. L’ascolto è di tipo binaurale, quindi si ha la percezione che i suoni provengano da dietro e dall’alto, come in un mix ascoltato attraverso i monitor.
Dal renderer di Dolby è possibile avere una preview di come il file verrà suonato da Tidal e da Amazon, ma non è possibile, ad oggi, avere in tempo reale una preview del file che verrà pubblicato su Apple Music, perché quest’ultima applica un proprio post-processing proprietario (che include l’aspetto di binaural rendering), dopo la decodifica dall’Atmos master file, anche se il mix proviene dallo stesso file master che utilizzano altri servizi di streaming.
In qualsiasi configurazione di canali inferiore al 7.1.4 non avviene altro che cercare di riprodurre la stessa sensazione del sistema di mix, e non è detto che gli algoritmi e gli hardware di riproduzione non possano essere migliorati nel tempo per ottenere rappresentazioni sempre più credibili. Per questo motivo è fondamentale monitorare il mix in sale calibrate con la curva Dolby e alla giusta pressione sonora. Anche se la riproduzione dei downmix è sorprendentemente fedele non significa che non sia migliorabile. Perdonatemi per l’esempio estremo: mixare in cuffia un prodotto Atmos è come pretendere di voler mixare in mono un prodotto stereo, in realtà è ancora peggio. Non si ha la certezza di quello che succede nelle configurazioni superiori.
E’ altrettanto sbagliato voler installare soundbar in regie musicali. Anche se molte soundbar sono dotate di sistemi di calibrazione per adattarsi agli ambienti di riproduzione, sono progettate per essere ascoltate in ambienti casalinghi, con il soffitto riflettente e non trattato acusticamente come quello di una sala mix.
Un ascolto in cuffia o a casa del nostro mix può essere utile, ma è fondamentale che il mix suoni corretto in studio, allora lo sarà anche sugli altri sistemi di riproduzione.

Dolby Atmos è la più grande rivoluzione nel mondo audio avvenuta dal passaggio al digitale. Per la prima volta la musica si ascolta a 24 bit, e lavorando ad un mix Atmos si scopre che c’è una quantità di “spazio” mai avuto prima. L’utilizzo di equalizzatore e compressore si riduce drasticamente ma non bisogna sottovalutare assolutamente il tempo necessario per approcciare e apprezzare il meglio che può offrire questa nuova tecnologia.