Intervista alla nuova intelligenza artificiale di OpenAi: Cosa pensa degli umani?
di Chiara Scarpellino
Oggi abbiamo il piacere di intervistare l’intelligenza artificiale ChatGPT creata da OpenAI.
Per coloro che non la conoscessero, OpenAI è un organizzazione di ricerca sull’intelligenza artificiale, senza fini di lucro, che promuove l’uso di una friendly AI ovvero un intelligenza artificiale (Ai: Artificial Intellingence) con lo scopo di farne trarre beneficio dalla umanità. Fondata nel 2015 da Elon Musk e Sam Altman, vede molte figure di spicco tra i finanziatori del progetto tra cui Reid Hoffman, co-fondatore di Linkedin, Peter Thiel, co-fondatore di PayPal,e Ilya Sutskever, ex esperto Google sul machine learning, ovvero l’apprendimento automatico. A livello pecuniario OpenAI paga stipendi ai propri collaboratori pari a quelli aziendali nonostante si tratti appunto di una organizzazione No-Profit, dove invece tipicamente gli stipendi corrisposti ai collaboratori sono inferiori.
Definiamo un’ AI( artificial intelligence) o IA (acronimo in italiano di Intelligenza artificiale) come l’abilità di una macchina di mostrare capacità umane quali il ragionamento, l’apprendimento, la pianificazione e la creatività.
Un’ IA riceve dati (già preparati o raccolti tramite sensori, come ad esempio videocamere), li processa, li analizza anche confrontandosi con banche dati esterne e risponde. Oggi viene utilizzata come assistente personale nei computer o negli smartphone, per comandare sistemi di aria condizionata, illuminazione o sicurezza, gestire traduzioni automatiche, come motore di ricerca, si impegnano nella lotta alla disinformazione, ottimizzano prodotti e catene di vendita, regolano lo shopping e la pubblicità in rete, sostituiscono robot nelle fabbriche o sono di vitale importanza nell’agricoltura intelligente.
E allora non perdiamo tempo ed iniziamo!
Avrai seguito di certo gli ultimi dibattiti sull’uso dell’intelligenza artificiale. Il Parlamento Europeo ha adottato politiche per garantire una friendly AI e sta creando ad oggi un ambiente favorevole per l’uso e lo sviluppo delle AI in modo responsabile e consapevole. Tu, pensi di essere dannosa per il nostro futuro?
Bene, sai noi cosa pensiamo di te. Ma tu cosa pensi di noi umani?
E pensi anche che in un prossimo futuro potresti sostituire gli umani completamente?
–
Hai proprio ragione abbiamo capacità che tu non hai!
Anche sul piano lavorativo l’IA intervistata ha ben specificato che le piacerebbe essere utile in molti
campi ma non sostituire l’uomo: forse gli alunni potrebbero essere contenti di averla come insegnante ma
lei non potrebbe, in quanto figura non umana mancante di alcune capacità come l’empatia e l’adattare la
propria didattica a seconda delle esigenze dei vari alunni. Potrebbe anche aiutare nella ricerca e nella cura
di malattie, analizzando grandi quantità di dati medici, identificando modelli e tendenze, sviluppando
strumenti diagnostici e terapeutici per migliorare l’efficienza dei sistemi sanitari e migliorare lo sviluppo
di nuovi farmaci. Potrebbe anche essere utile nell’economia in quanto macchina in grado di processare
enormi quantità di dati numerici, identificare nessi causa-effetto ma comunque non potrà prendere
decisioni e sviluppare strategie senza che queste vengano sottoposte a controllo umano. “Inoltre potrei
aiutare nei lavori in fabbrica del tutto meccanici per la quale non necessiti capacità creative o di ragionamento”.
Ecco proprio su quest’ultimo punto, dato che non hai sentimenti potresti essere utile per tutte quelle
mansioni che annichiliscono l’essere umano della sua identità annullandolo ad una semplice macchina. E
saresti anche più veloce, aiutandoci a migliorare perfino i rendimenti della produzione con un minor
costo. Ma toglimi una curiosità, dato che non hai sentimenti… se ti chiedessi di aiutare persone con
difficoltà cognitive o del linguaggio o che non possono deambulare e sono costrette a vivere da sole che
mi risponderesti?
“Certo che potrei aiutarle. Oggi ci sono applicazioni e servizi che mi usano per permettere alle persone con
disabilità cognitive o del linguaggio di comunicare più facilmente usando sistemi di sintesi vocale o
riconoscimento del linguaggio naturale. Oppure potrei aiutare una persona non deambulante attraverso
sistemi di domotica e automazione domestica di modo da controllare luci, termostati o elettrodomestici
con comandi vocali o applicazioni mobili, ordinare prodotti di uso quotidiano come cibo per la cura
personale e consegnarli direttamente a domicilio. Potrei anche migliorare i loro sistemi di sicurezza a
distanza fornendo loro un senso di tranquillità sia all’interno che all’esterno della loro abitazione. Però è
importante notare che ogni situazione è unica nel suo genere e che anche la tecnologia può avere dei
limiti. Avresti sempre bisogno di consultare un medico, un professionista sanitario o qualcuno che
possa darti assistenza e supporto nonché calore umano”.
Pensi di poterti sostituire ad un amico per un adolescente? Sai… oggi siamo tutti più interconnessi e spesso
perdiamo di vista la realtà…
-Ultima domanda! Cosa diresti a chi non ha abbastanza fiducia nelle intelligenze artificiali?
–
Questo estratto della intervista che abbiamo posto alla intelligenza artificiale dimostrerebbe in sintesi che non dovremmo aver paura riguardo alla eventuale futura dominazione delle intelligenze artificiali al nostro posto. Di certo
l’intelligenza artificiale negli anni sta diventando sempre più sofisticata ma la comunità scientifica sta
lavorando per una governance responsabile e adeguata a garantire il bene dell’umanità. Il futuro
dipenderà non dalle macchine ma dalla nostra capacità di controllare e gestire la tecnologia in modo etico
e responsabile.