di Fabio Valerini Foto di mysteron09
Due eventi a poca distanza di tempo tra loro: il G20 di Roma e, subito dopo, la ricorrenza del centenario del Milite ignoto.
Ciascuno per ragioni diverse offrono spunti di riflessione su un aspetto non secondario della vita di un paese: i simboli intorno ai quali una comunità si stringe e che possono saldare il senso di comunità.
La rievocazione del centenario del viaggio che il Milite ignoto fece sul treno che lo portò da Aquileia a Roma riporta alla mente, grazie ai filmati dell’Istituto Luce, le ali di folla che avevano accompagnato il passaggio lento di quel treno.
In quel momento attorno a quel Milite ignoto si erano stretti tutti e quindi, a buon diritto, il Milite ignoto è un simbolo, così come è un simbolo il Vittoriano dove venne tumulato e che sarà l’Altare della Patria teatro delle manifestazioni ufficiali della Repubblica.
Il dubbio che oggi, però, sovviene è se quel simbolo abbia mantenuto intatta la sua forza o se si sia in qualche modo attenuata. Dubbio che si manifesta nel vedere la scarsa partecipazione al passaggio del treno della memoria nelle varie sue tappe.
Ed allora la domanda che si pone è a chi spetti – naturalmente se debba spettare – il compito di mantenere vivo il simbolo.
L’importanza di quest’aspetto per la coesione della comunità mi sembra fosse alla base della scelta del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi quando rivitalizzò, tra l’altro, la Festa della Repubblica del 2 giugno ripristinando la parata ai Fori imperiali che ha sempre riscosso grande partecipazione di pubblico.
Certamente in questo, oltre alle istituzioni politiche, la scuola, e in particolare quella materia invero trasversale che si definisce “educazione civica” dovrebbe aver un peso determinante per la formazione anche dal punto di vista simbolico.
Ma anche il primo degli avvenimenti che abbiamo richiamato e, cioè, il G20 a Roma ha suscitato qualche riflessione sulla scelta del luogo.
Ebbene sì la scelta è caduta sulla la Nuvola all’EUR: un luogo diverso dalla storia della Roma antica, dove il movimento della Nuvola sembra imprigionato nella razionalità del contenitore con un continuum così rispetto all’architettura originaria del quartiere.
In un articolo del Washington Post si richiamava l’attenzione (senza invocare la cancel culture) come il quartiere che ha ospitato il consesso internazionale sia quella che è ritenuta manifestazione del regime fascista sia nel suo aspetto architettonico razionalista sia nel suo aspetto simbolico con la rappresentazione dell’immagine di Mussolini su un bassorilievo dedicato alla storia di Roma.
Anche qui un problema di simboli e questa volta anche di interpretazione dei simboli stessi, ivi compreso il rapporto con i simboli di un regime passato ed abbattuto.