sabato, Aprile 27, 2024
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Cancellazione dei codici – Civile e Penale

di Fabio Valerini

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Prendere un testo e cancellare alcune parole: questa la tecnica artistica che crea effetti poetici con i frammenti residui di Emilio Isgrò che sin dagli anni Sessanta è maestro di questo linguaggio espressivo.

Dal 1° al 9 febbraio 2024 il Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università di Bologna ospita, nella sede distaccata di Palazzo Malvezzi, la mostra di Emilio Isgrò Cancellazione dei codici – Civile e penale, a cura di Cristina Mazzantini (direttrice Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma), Lorenzo Balbi (direttore MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna) e Marco Bazzini (responsabile scientifico Archivio Emilio Isgrò).

Nel progetto espositivo sono presentati 29 testi giuridici, tra cui il Codice civile e il Codice penale, sui quali l’artista è intervenuto con la sua cifra espressiva cancellando parti del testo proponendo una diversa riflessione sul significato di convivenza comune. 

Doppiamente interessante è l’applicazione di quella tecnica alle parole della legge come quelle contenute nel Codice civile e nel Codice penale.

La prima ragione di interesse risiede proprio nell’oggetto su cui l’artista è intervento: un testo di diritto dove la lettera della legge è fondamentale: nell’applicare la legge – avverte l’art. 12 delle Preleggi – “non si può ad essa attribuire altro senso che quello fatto palese dal significato proprio delle parole secondo la connessione di esse, e dalla intenzione del legislatore”. Una parola o una congiunzione scritte o una virgola posta in altro luogo può cambiare il significato di una norma.

La tecnica artistica – che vede qui sia la “storica” cancellatura che la più “recente” presenza di formiche che attraversano il testo – è stata quindi applicata da Emilio Sgrò su quella che normalmente viene pensata come “lingua asciutta e fortemente antipoetica” (anche se a dire il vero quando la norma è redatta bene può essere altamente poetica come ci ha ricordato anche Roberto Benigni nell’inno alla “Costituzione più bella …”).

Peraltro, nel 2023 proprio Emilio Sgrò aveva realizzato con l’architetto Mario Botta  l’ installazione monumentale commissionata dal MAXXI di Roma Non uccidere in occasione  dei 75 anni della Costituzione italiana.

La seconda ragione è riflettere sull’effetto dell’applicazione della tecnica alle parole della legge.  

Sin dalla scuola siamo stati abituati a sottolineare le parole di un testo per metterle in evidenza per ritrovare il concetto più facilmente o per fare una sintesi: le più parole sottolineate formano una frase di senso compiuto, più breve dell’originale.

La cancellatura di Emilio Isgrò può far esprimere alle parole superstiti sia concetti lontani dal testo (come nel Codice dell’aria del 2022 dove leggiamo “si presume che il fosso appartenga alla luce e all’aria”) e che vogliono rimandare ad un messaggio dell’Autore quanto addirittura talvolta spiegare forse meglio il concetto espresso dalla norma (come nel caso di “la falsa dichiarazione sulla propria identità, dichiara o attesta altre qualità). In fondo, precisa l’Autore, “si cancella per svelare, non per distruggere”.

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