venerdì, Settembre 20, 2024
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Un terremoto catastrofico distrugge una regione turca

Al momento si calcolano migliaia di morti e di edifici crollati

di Furio Capozzi

Il 7 febbraio 2023 un terremoto di magnitudo 6.0 ha colpito la città di Elazig, nella regione orientale della Turchia. Secondo le fonti ufficiali, il sisma è stato avvertito anche in altre città vicine, come Malatya e Adiyaman. L’intera regione della Anatolia si sarebbe spostata di ben tre metri!

Finora, sono stati segnalati almeno 5000 morti e decine di migliaia di feriti (dato provvisorio a due giorni dal terremoto). Le autorità locali stanno lavorando per fornire assistenza ai sopravvissuti e per recuperare eventuali superstiti ancora intrappolati sotto le macerie.

Le squadre di soccorso stanno utilizzando attrezzature pesanti per rimuovere i detriti e scavare alla ricerca di eventuali sopravvissuti. La Turchia è situata in una zona altamente sismica e questo non è il primo terremoto ad aver colpito il paese negli ultimi anni.

Le autorità stanno invitando la popolazione a rimanere calma e a seguire le istruzioni delle autorità di emergenza. Inoltre, hanno richiesto alle persone di evitare di avvicinarsi alle zone colpite dal sisma per evitare eventuali ulteriori pericoli e per consentire alle squadre di soccorso di lavorare in sicurezza.

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha espresso le sue condoglianze alle famiglie delle vittime e ha dichiarato che tutto sarà fatto per fornire assistenza ai sopravvissuti e per prevenire ulteriori danni.

Questo tragico evento ricorda l’importanza della preparazione e della prevenzione a fronte di eventuali emergenze naturali. La Turchia sta attualmente lavorando per migliorare le infrastrutture e le misure di sicurezza per proteggere la popolazione in caso di future calamità.

La Turchia si trova in una zona altamente sismica e ha subito alcuni dei più grandi terremoti della storia. Ecco alcuni dei più significativi:

  1. Terremoto di Izmit del 1999: Con magnitudo 7.4, questo terremoto ha colpito la città di Izmit, causando oltre 17.000 morti e più di 50.000 feriti.
  2. Terremoto di Düzce del 1999: A pochi mesi di distanza dal terremoto di Izmit, un altro sisma di magnitudo 7.2 ha colpito la città di Düzce, causando oltre 830 morti e più di 4.000 feriti.
  3. Terremoto di Van del 2011: Con magnitudo 7.2, questo terremoto ha colpito la città di Van, causando oltre 600 morti e più di 4.000 feriti.
  4. Terremoto di Erzincan del 1939: Con magnitudo 7.8, questo terremoto ha colpito la città di Erzincan, causando oltre 30.000 morti e distruzione su vasta scala.
  5. Terremoto di Gerede del 1970: Con magnitudo 6.5, questo terremoto ha colpito la città di Gerede, causando oltre 1.000 morti e distruzione su vasta scala.

Questi eventi dimostrano l’importanza di prepararsi e prevenire eventuali danni durante i terremoti futuri in Turchia.

La regione in Turchia colpita dal recente terremoto del 7 febbraio 2023, che ha interessato la città di Elazig, è facilmente raggiungibile tramite mezzi di trasporto come aerei e treni. La città di Elazig dispone di un aeroporto e di una stazione ferroviaria, che collegano la città a molte altre città turche e ad altri paesi vicini.

Inoltre, ci sono strade che collegano Elazig ad altre città della regione e del paese, rendendo la zona facilmente accessibile per le squadre di soccorso e per le forze di emergenza che stanno lavorando per fornire assistenza ai sopravvissuti e recuperare eventuali superstiti ancora intrappolati sotto le macerie.

Nonostante la facile accessibilità, le autorità locali stanno attualmente invitando la popolazione a evitare di avvicinarsi alle zone colpite dal terremoto per evitare eventuali ulteriori pericoli e per consentire alle squadre di soccorso di lavorare in sicurezza.

I software di produzione musicale

I sequencer audio

di Furio Capozzi

I software sequencer audio sono strumenti digitali che consentono di creare, modificare e mixare tracce audio per la produzione musicale. Questi programmi offrono una vasta gamma di funzioni e opzioni, dalla registrazione audio all’editing MIDI, dalla sincronizzazione con altri strumenti virtuali all’utilizzo di effetti audio.

una schermata del software Cubase di Steinberg

I software sequencer sono utilizzati sia da musicisti che da produttori audio per creare brani, arrangiamenti e composizioni musicali completi. La loro versatilità li rende adatti a una vasta gamma di generi musicali, dalla musica elettronica alla musica acustica.

Tra i software sequencer più popolari troviamo Ableton Live, FL Studio, Logic Pro X,pro tools e Cubase. Questi programmi offrono una vasta gamma di funzionalità avanzate, come la possibilità di creare e modificare loop, l’utilizzo di plug-in virtuali per l’aggiunta di effetti audio e la possibilità di sincronizzare il proprio lavoro con altri strumenti virtuali.

un set per il funzionamento del sequencer Logic Pro X

Ableton Live, ad esempio, è un software molto popolare tra i produttori di musica elettronica e live performer. La sua interfaccia intuitiva e la capacità di creare e modificare loop in tempo reale lo rendono uno strumento molto versatile.

FL Studio, d’altra parte, è un software molto accessibile sia per i principianti che per i produttori più esperti. Offre una vasta gamma di funzioni per la creazione di brani completi, tra cui la registrazione audio, l’editing MIDI e la sincronizzazione con altri strumenti virtuali.

Logic Pro X e Cubase sono entrambi software molto completi e versatili per la produzione musicale. Entrambi offrono una vasta gamma di strumenti e opzioni per la creazione, la modifica e il mixaggio di tracce audio, insieme a una vasta gamma di plug-in virtuali per l’aggiunta di effetti audio e altre funzioni avanzate.

In conclusione, i software sequencer audio sono uno strumento essenziale per qualsiasi produttore o musicista che desideri creare, modificare e mixare tracce audio. Offrono una vasta gamma di funzioni e opzioni per soddisfare le esigenze di qualsiasi produttore, dai principianti ai professionisti. Scegliere il software più adatto alle proprie esigenze dipende dalle preferenze personali e dalla natura del proprio lavoro.

una schermata del software Ableton Live

Tra i software sequencer audio più venduti e popolari troviamo:

  1. Ableton Live
  2. FL Studio
  3. Logic Pro X
  4. Cubase
  5. Pro Tools

Questi software sono molto diffusi sia tra i musicisti che tra i produttori audio professionisti, grazie alle loro funzionalità avanzate e alla loro versatilità. Tuttavia, la scelta del software più adatto dipende dalle esigenze individuali e dalle preferenze personali.Ma quali sono le principali differenze tra due software maggiormente venduti a livello mondiale, ad esempio Cubase e Logic Pro X?

Logic Pro X e Cubase sono entrambi software di produzione musicale di alta qualità, ma presentano alcune differenze significative. Ecco alcune delle più importanti:

  1. Interfaccia: Logic Pro X ha un’interfaccia più semplice e intuitiva (solo per Mac), mentre Cubase ha un’interfaccia più complessa e personalizzabile.
  2. Strumenti integrati: Logic Pro X ha una vasta gamma di strumenti integrati, tra cui un sampler, un drum machine e una libreria di suoni, mentre Cubase offre meno strumenti integrati, ma dà agli utenti la possibilità di utilizzare plug-in esterni.
  3. Effetti audio: Logic Pro X offre una vasta gamma di effetti audio integrati, tra cui il riverbero, la distorsione e il delay, mentre Cubase offre meno effetti audio integrati ma consente di utilizzare plug-in esterni.
  4. Prezzo: Logic Pro X è un po’ più costoso rispetto a Cubase se si prende in considerazione il fatto di dovere acquistare un Mac con sistema operativo aggiornato e quindi recente.
  5. Integrazione con altri software: Logic Pro X è perfettamente integrato con altri software Apple, come Final Cut Pro e GarageBand, mentre Cubase è più versatile e può essere utilizzato con una vasta gamma di software e hardware di terze parti.

In sintesi, entrambi i software sono molto potenti e versatili, ma la scelta tra Logic Pro X e Cubase dipende dalle esigenze individuali e dalle preferenze personali. Se si cerca un’interfaccia più semplice e strumenti integrati, Logic Pro X potrebbe essere la scelta migliore, mentre se si cerca un’interfaccia più personalizzabile e la possibilità di utilizzare plug-in di terze parti, Cubase potrebbe essere la scelta più adatta. Una differenza fondamentale è quella legata al fatto che Logic funziona solo con sistema operativo Mac OS e quindi solo su computer Mac di Apple, mentre Cubase è un software multipiattaforma. Quando è stato rilasciato il primo software sequencer?

Il primo software sequencer audio è stato creato negli anni ’80. Uno dei primi software di questo tipo era il “Steinberg Pro-24”, che è stato rilasciato per Commodore 64 nel 1985. Questo software ha permesso agli utenti di registrare, modificare e suonare parti musicali in modo semplice e intuitivo, aprendo la strada a una nuova era di produzione musicale digitale.

Successivamente, sono stati sviluppati altri software sequencer audio, come Performer di Mark of the Unicorn (MOTU) e Notator di C-Lab, che hanno continuato a evolversi negli anni, introducendo nuove funzionalità e migliorando l’usabilità. Oggi, i software sequencer audio sono diventati uno strumento essenziale per molti musicisti e produttori audio, offrendo una vasta gamma di funzionalità e integrazioni con altri software e hardware. Quale sarà il futuro degli studi di registrazione?

È difficile prevedere esattamente il futuro degli studi di registrazione, ma ci sono alcune tendenze emergenti che potrebbero influire sul modo in cui le persone producono e registrano la musica in futuro. Ecco alcune delle tendenze più importanti:

  1. Registrazione mobile: con la crescente potenza dei dispositivi mobili, sempre più musicisti e produttori audio stanno utilizzando questi dispositivi per registrare e produrre musica, senza la necessità di uno studio di registrazione tradizionale.
  2. Software di produzione musicale sempre più avanzati: i software di produzione musicale stanno diventando sempre più potenti e facili da usare, offrendo ai produttori audio una vasta gamma di strumenti e funzionalità per creare musica di alta qualità.
  3. Integrazione con la realtà virtuale e aumentata: la realtà virtuale e aumentata potrebbero offrire ai produttori audio nuove opportunità per creare esperienze musicali immersive e interattive.
  4. Streaming di musica e produzione remota: con la crescente diffusione dello streaming di musica, sempre più musicisti e produttori audio stanno collaborando e producendo musica a distanza, utilizzando software di produzione musicale e di comunicazione.

In sintesi, il futuro degli studi di registrazione sarà probabilmente influenzato da una combinazione di tecnologie e tendenze emergenti, ma la creatività e la passione degli artisti rimarranno sempre al centro della produzione musicale. Esistono dei software di produzione musicale con intelligenza artificiale?

Sì, esistono alcuni software di produzione musicale che utilizzano l’intelligenza artificiale. Questi software utilizzano algoritmi di machine learning e altre tecnologie di intelligenza artificiale per generare melodie, ritmi e altri elementi musicali in modo autonomo o per aiutare i produttori a creare e modificare la loro musica.

Ad esempio, ci sono software che utilizzano l’intelligenza artificiale per generare loop e pattern ritmici in base ai generi musicali desiderati, o per creare arrangiamenti completi di brani musicali partendo da una semplice melodia o base ritmica.

Ci sono anche software che utilizzano l’intelligenza artificiale per analizzare i brani musicali esistenti e creare nuove versioni basate sull’analisi, o per suggerire modifiche e miglioramenti alla produzione musicale.

È importante notare che, anche se questi software possono essere utili per aiutare i produttori a creare musica, l’intelligenza artificiale non può sostituire completamente la creatività e la sensibilità musicale umana. Inoltre, poiché la tecnologia è ancora in fase di sviluppo, è possibile che i software di produzione musicale con intelligenza artificiale presentino ancora limitazioni e siano meno flessibili rispetto ai software tradizionali.

Il Palazzaccio dello scandalo

Leggendo Piermaria Piacentini, Il Palazzaccio, Storia di un appalto a cavallo tra due secoli (Aracne Editore)

di Fabio Valerini

Se da piazza Navona percorriamo Via Zanardelli possiamo vedere in lontananza e in tutta la sua imponenza (che ricorda quella del Vittoriano anche per il rapporto con gli edifici circostanti), il Palazzo di Giustizia che per tutti è il Palazzaccio (alla cui posa della prima pietra partecipò proprio Zanardelli che era il Guardasigilli dell’epoca).

Foto da cui si capisce la posizione critica del Palazzo

Se proseguiamo e camminiamo sul ponte Umberto I davanti a noi troviamo Piazza dei Tribunali su cui insiste la facciata principale del palazzo (anche se, oggi, per tutti è il Palazzaccio è a piazza Cavour) e guardando alla nostra sinistra la basilica di San Pietro.

Si narra che questa, forse, dovesse essere uno degli aspetti simbolici della costruzione di uno dei palazzi del potere di quella che era diventata la capitale d’Italia: fronteggiare il Vaticano (un po’ quel che si racconta, mutatis mutandis, per la collocazione della statua equestre di Garibaldi sul Gianicolo).

Quel palazzo un tempo ospitava tutti gli uffici giudiziari della capitale fino a quando, problemi strutturali, non portarono alla necessità di trovare altre sedi per far rimanere all’interno del Palazzaccio essenzialmente la Corte di Cassazione e la Procura della Repubblica (oltre alla sede dell’Ordine degli Avvocati di Roma con un braccio di ferro giudiziario sul diritto, o no, a permanere all’interno).

sezione trasversale

La vista del Palazzaccio di oggi non è quel che il suo progettista Guglielmo Calderini avrebbe voluto realizzare: il terreno scelto è un terreno vicino al fiume poco stabile (anche se il progettista non ne era troppo convinto) che ha reso necessario assestamenti in corsa e varianti nonché la riduzione dell’altezza.

Ma la storia di quel palazzo, che ha rischiato anche di essere abbattuto come qualcuno pensò di proporre, ha molto da raccontare sulla politica e l’amministrazione  dell’epoca, e  può rappresentare un caso di studio tutt’ora molto utile per capire a cosa prestare attenzione quando si devono realizzare opere pubbliche.

Ne è convinto Piermaria Piacentini, che è stato consigliere di Stato e presidente del Tribunale amministrativo regionale della Lombardia, che nel suo libro Il Palazzaccio, Storia di un appalto a cavallo tra due secoli (Aracne Editore, 421 pagine) ha ricostruito lo scandalo – poco conosciuto anche se oggetto di un’approfondita inchiesta parlamentare – della costruzione del palazzo dalla sua progettazione alla sua esecuzione e al contenzioso che ne derivò tra l’amministrazione e l’appaltatore.

vista dal fiume Tevere

Se già il costo preventivato era molto alto, lo scandalo fu alimentato anche dal confronto tra quel costo e quello effettivamente sostenuto dall’Amministrazione alla fine dell’opera e anche a seguito dei contenziosi arbitrali che furono attivati: “un grosso scandalo che, una volta divenuto pubblico, provocò un notevole scalpore nella Roma umbertina e formò oggetto di una inchiesta parlamentare che si concluse con la Relazione sulla spesa per la costruzione del Palazzo di Giustizia”.

Ma già la progettazione iniziale  dimostrava che c’era qualcosa che non era stato approfondito: basterà ricordare che secondo la Relazione finale “la Direzione tecnica avrebbe dovuto ricordare in proposito che la commissione, la quale nel 1892 e 1893, ebbe l’incarico di riconoscere la natura del sottosuolo su cui poggia il palazzo e di determinare le cautele speciali, che si sarebbero dovute osservare nella costruzione del compimento del palazzo medesimo, aveva consigliato di ridurre al minimo possibile il carico dovuto alla massa costruenda. Si fece invece precisamente il contrario e si aumentarono, anziché diminuire le dimensioni del progetto”.

vista aerea

Un’ulteriore caratteristica della progettazione aveva contribuito agli aumenti dei costi: Piacentini ricorda che quella progettazione non forniva i dettagli dell’esecuzione tanto che era stato necessario procedere con successivi ordini di lavoro man mano che la realizzazione proseguiva con inevitabile aumento di spesa.

Nella Relazione si ricorda che la Commissione Astengo osservò che “data l’entità dell’opera ed essenzialmente il suo carattere di opera artistica, la compilazione di un progetto completo fin dall’origine anche nei particolari di esecuzione, non sarebbe stata consigliabile e forse neppure possibile. Ragioni tecniche di vario ordine rendevano preferibile il sistema che fu infatti seguito, quello, cioè, di delineare nel progetto, gli elementi essenziali, le caratteristiche e gli estremi indispensabili per determinare le basi dell’appalto. Le modalità di esecuzione, lo sviluppo delle singole parti potevano formare obbietto, più opportunamente, di studi e di disegni separati da eseguirsi, occorrendo, anche durante il corso dell’appalto”.

Quella Relazione per Piacentini  rappresenta – e a ragione direiun documento molto interessante non soltanto sullo  spaccato della vita amministrativa e parlamentare dell’epoca tra l’ultimo decennio del XIX e il primo decennio del XX secolo e che aveva coinvolto artisti, imprenditori, burocrati e politici. 

Il Progettista Guglielmo Calderini 1837-1916

Quella storia consente di esemplificare i passaggi cui prestare attenzione per poter sperare di superare un giorno lo storico problema degli appalti pubblici che iniziano con un costo progettato e finiscono (nei casi in cui l’opera viene realizzata) con costi lievitati: tema tormentato su cui i lavori sono sempre in corso come dimostra l’imminente entrata in vigore del nuovo codice degli appalti dal 1° aprile 2023.

Quella Relazione, e con essa la storia del Palazzaccio (forse anche perché quel palazzo rappresenta la “Giustizia”) è, quindi, interessante sia a livello storico, ma direi anche formativo ben potendo essere utilizzata come leading case non soltanto per i corsi di diritto amministrativo, ma in generale, per tutti gli studi giuridici, economici e sociali: un libro, quindi, da leggere come un romanzo e da studiare come un manuale.

Un anarchico che mette alla prova la tenuta dello stato democratico?

Il caso Alfredo Cospito

di Furio Capozzi

Alfredo Cospito è un militante politico italiano noto per il suo impegno nella lotta contro lo Stato e il capitalismo. È stato uno dei fondatori della Federazione Anarchica Informale (FAI) e’ uno degli ideatori del progetto di sabotaggio sistemico allo stato italiano. Alfredo Cospito è stato arrestato nel 2013 per la prima volta. Originario di Pescara, è ritenuto responsabile di aver piazzato tra il 2 e il 3 giugno del 2006 due ordigni presso la scuola allievi carabinieri di Fossano, in provincia di Cuneo. Per un puro caso non ci sono state vittime , ma la Cassazione ha riformulato l’accusa originariamente ”tentata strage” in “strage contro la sicurezza dello Stato”, reato che prevede anche l’ergastolo ostativo. Dopo sei anni passati regime in alta sicurezza, lo scorso aprile è stato deciso per lui il regime del 41 bis. Questo a causa di una serie di missive che tentavano di fare proselitismo delle idee anarchiche verso l’esterno. I destinatari delle missive, personaggi del mondo dei centri sociali di estrema sinistra, sono stati processati ed assolti per concorso nello stesso reato. Dal 5 maggio è stato detenuto nel carcere di Bancali in regime di carcere duro. Il motivo della trasformazione della detenzione di Cospito al 41 bis è stata una serie di comunicazioni, come dicevamo, avute negli ultimi 10 anni con anarchici e riviste del settore. Oltre al reato contro gli allievi Carabinieri Cospito è accusato e condannato per avere sparato alle gambe all’ex ad di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi, il 7 maggio 2012 .A causa dello sciopero della fame che sta facendo, Cospito ha perso 40 chili e le sue condizioni di salute sarebbero molto gravi. Lunedì 30 gennaio 2023 Cospito è stato trasferito al carcere di Opera (Milano). Il 12 febbraio sarà la data del termine di scadenza per la risposta del ministro della Giustizia Carlo Nordio all’istanza di revoca del 41bis presentata dalla difesa nel caso di mancata risposta da via Arenula entro i termini, il ricorso sarà considerato respinto. Ma la risposta è attesa già al termine del Consiglio dei ministri perché in agenda c’è proprio il caso Cospito. Non ci si aspettano novità che cambino la situazione del detenuto perché, sulla questione, la premier Giorgia Meloni, è stata molto chiara, anticipando la decisione definitiva del Ministro. Cospito sarà ricoverato nel padiglione del Servizio assistenza intensificata della struttura carceraria di Opera per tutelare il suo stato di salute. In parlamento si discute sulle diverse posizioni sulla questione del’dialogo’ con personaggi appartenenti alla schiera anarchica. In particolare Alcuni parlamentari appartenenti alla schiera delle sinistre in una delegazione PD formata da Serracchiani, Orlando, Verini e Lai, hanno visitato in carcere il detenuto Cospito senza riportare alcuna dichiarazione dopo l’incontro. Giovanni Donzelli (deputato FdI) ha accusato di ‘incoraggiare Cospito nella sua battaglia” contro il 41 bis.Molto forte la battaglia in Senato tra i senatori Renzi e Scarpinato (m5s): “Ci vuole una bella faccia tosta, come quella del senatore Renzi per qualificare il 41-bis come una vittoria della politica”: così il senatore Scarpinato (M5S) aveva inizato il suo intervento sul caso Cospito al Senato. Poco dopo la replica a titolo personale di Renzi :

“”Il senatore Scarpinato ha iniziato il suo discorso dandomi della faccia tosta perche’ si e’ sentito chiamato in causa dal mio passaggio sui magistrati che in nome di una fantomatica trattativa, smentita da una sentenza della Corte di Cassazione, hanno costruito una carriera in magistratura prima e in politica poi”, esordisce.”Vorrei che restasse agli atti del verbale – riprende, non senza sarcasmo, l’ex presidente del Consiglio – che effettivamente mi riferivo esattamente a Roberto Scarpianto” ha detto Renzi che ha aggiunto “Al collega Scarpinato vorrei ricordare che prima di venire a dare del faccia tosta ai colleghi dovrebbe venire a spiegare ai colleghi non solo le sue strane frequentazioni con il dottor Palamara, ma anche il suo atteggiamento del tutto folle nei confronti delle istituzioni di questo Paese, come sa il Presidente della Repubblica emerito Giorgio Napolitano”. Insomma un anarchico e i suoi seguaci stanno mettendo alla prova la stabilità delle istituzioni italiane, al momento con scarsi risultati.

Evento di Tricologia Solidale al Parlamento Europeo

Progetto HAIR Smile Eu

Di Furio Capozzi

Ieri si è tenuto il convegno di Tricologia solidale presso la sede del Parlamento Europeo a Roma. Il convegno è stato organizzato dalla Onorevole Luisa Regimenti

Video Integrale dell’evento in esclusiva Atena Press

con la partecipazione della Associazione Tricostar Onlus ed ha visto alternarsi tra gli oratori esponenti del mondo accademico e clinico della Tricologia.

Ci riferiamo a Giusy Giambertone, Amministratore unico della Azienda Tricologia Italiana Tricostarc e docente di Tricotecnica nonché Presidente della Onlus Tricostarc Onlus, Associazione che assiste persone che hanno perso i capelli a seguito di trattamenti sanitari oppure malattie, prevalentemente le donne, per l’ottenimento di parrucche che possano ridare dignità sociale. Ha esposto, tra le altre cose il funzionamento della Banca della parrucca un sistema di solidarietà tra donne vittime e generose volontarie. All’evento hanno partecipato Anche il Dott. Andrea Marliani Chirurgo e Dermatologo, fondatore della Società Italiana di Tricologia, il Prof. Alfredo Rossi, medico dermatologo e professore Associato , il dott. Daniele Campo Docente a contratto presso l’Università della Campania ‘Luigi Vanvitelli’, Il Dott. Donato di Nonno, dermatologo specialista in tricologia, la Dottoressa Paola Napoleone, Psicologa Clinica, il Dott. Enrico Rizza, coordinatore scientifico di ANAA (associazione nazionale alopecia areata), l’ing. Francesca Tartaglia Ingegnere titolare di KTO INNOVA per protesi tricologhe. Al termine dell’evento è stato ascoltato il candidato alle elezioni europee laziali Simone Foglio che ha sottoscritto un impegno ad una maggiore attenzione delle autorità sanitarie verso la questione della assistenza estetica e psicologica alle donne ed gli uomini colpiti da perdita di capelli per malattia oppure per trattamenti sanitari. Ha presieduto la Onorevole Luisa Regimenti che ha anche organizzato l’evento

Concerto di Steve Hackett a Roma

All’Auditorium della Conciliazione

di Piero Errante

Dopo il tour mondiale finito a luglio 2022, Steve Hackett si ripresenta con un nuovo spettacolo dal titolo “Genesis Revisited – Foxtrot at Fifty + Hackett Highlights”, rodato in patria già con 20 date è tornato a Roma il 13 Novembre 2022 nella prima data di un tour che lo porterà a solcare i più prestigiosi palchi europei.

 Il girovagare di questo settantaduenne che, senza sosta, con la sua chitarra porta avanti il Progressive anni 70, fa venire i brividi e fa esplorare mondi conosciuti e sconosciuti.

Negli ultimi anni Steve Hackett ha ridato luce alla genialità musicale dei Genesis, suscitando piacere di tanti fan in tutto il mondo.

Il programma non ha deluso le attese. Nella prima ora di spettacolo Steve Hackett ha riproposto i suoi primi lavori da solista, partendo da quel capolavoro di Voyage of the Alcolyte inciso nel 1972 (in compagnia di Phil Collins e Mike Rutheford) finendo con un brano dell’ultimo album inciso in lockdown, nel 2021 (The Devil’s Cathedral) Surrender of Silence.

Poi ecco il piatto forte!! Tutto Foxtrot, dall’inizio alla fine. Album uscito nel 1975, pilastro del prog “genesissiano” 

In una sua intervista Hackett dice: Credo che Foxtrot sia stato allora una magnifica conquista per i Genesis, credo che non ci sia nemmeno una traccia debole nell’album, hanno tutte i loro punti di forza e sono impaziente di poter suonare dal vivo l’intero album.

Ed è proprio così

Sentirlo live, suonato magistralmente, cantato benissimo da Nad Sylvan (dal 2012 con Steve Hackett) vale il biglietto.

Alla fine della performance, come se non bastasse, Hackett ha concesso 2 bis da ricordare per sempre:

Firth of Fifth e Los Endos.

L’auditorium Conciliazione, gremito di tanti capelli (e non) bianchi, ci ha dato la giusta insonorizzazione per questa musica, ai tempi capita da pochi, ritenuta “difficile” ma che con il tempo e il tam tam, è divenuta pilastro della musica dello scorso secolo.

Il titolo del primo album di Steve Hackett l’album Voyage of the Acolyte (Viaggio dell’accolito) sembra una premessa al viaggio musicale che in 2 ore ci trasporta fuori da noi stessi, viaggiando appunto, come accoliti, ogni giorno in un mondo di fiabe, tarocchi, cattedrali, cene pronte e servite, orizzonti lontani guardando il cielo.

Conferenza sulle proposte per la Sanità di eccellenza e di urgenza nella Regione Lazio

Interviene il candidato alla Presidenza della Regione Lazio Francesco Rocca

di Furio Capozzi

Ieri 23 Gennaio 2023, presso il Parlamento Europeo- sede di Roma in Via 4 Novembre, si e’ tenuto un convegno organizzato dalla Onorevole Luisa Regimenti di Forza Italia, al quale hanno partecipato diversi esponenti del mondo della Sanita’, tra i quali i componenti del Comitato Scientifico Europeo. E’ intervenuto il candidato alla presidenza della Regione Lazio Francesco Rocca, il quale ha evidenziato quella che secondo il suo parere e’ una disfatta della Sanita’ pubblica laziale attuale ed ha molto sottolineato l’importanza del rilancio della Sanita’ privata e di urgenza. La organizzatrice e moderatrice del convegno e’ stata l’Onorevole Luisa Regimenti. Il convegno si e’ svolto nella sala SPAZIO EUROPA del parlamento europeo con grande affluenza di personaggi e di pubblico che ha velocemente esaurito i posti disponibili, tanto che si e’ reso necessario l’allestimento di una seconda sala con un monitor che trasmettesse le immagini dell’evento. In allegato al presente articolo il video integrale dell’evento .

L’avvistamento della Mezzaluna

Funzione e modalità dell’avvistamento per il calendario islamico

di Fabio Valerini

Il calendario islamico è un calendario fondato sui moti della luna: l’avvistamento del crescente lunare, la forma di falce assunta dalla luna, è condizione perché il mese possa dirsi concluso e iniziato quello successivo.

Il Corano, con riguardo all’inizio del mese di Ramadan, fissa la regola per cui “chiunque di voi è presente al sorgere della luna nuova, digiuni”.

Anche la Sunnah, la tradizione profetica fonte dell’Islam, ricorda il Profeta che aveva detto “digiunate quando la vedete, e rompete il digiuno quando la vedete ancora. Se non riuscite a vederla, allora completate trenta giorni”.

Il Centro Culturale Islamico d’Italia – Grande Moschea di Roma ha organizzato il 22 gennaio 2023 un incontro proprio sul tema dell’avvistamento al quale hanno partecipato, moderati dall’Imam Nader Akkad,  il Mufti Shams ul Huda Misbahi e il Mufti Bilal Raza.

È importante che l’avvistamento del crescente lunare avvenga direttamente con gli occhi  – ha sottolineato il Mufti Shams ul Huda Misbahi – senza alcuno spazio  per il calcolo astronomico.

L’avvistamento dovrà essere un avvistamento confermato. Quando la diretta visione della luna avviene da parte di almeno tre gruppi di tre persone si avrà una certezza di avvistamento.

L’Imam della Grande Moschea che spiega l’evento

Ai nostri tempi l’avvistamento della luna può avvenire con l’ausilio degli strumenti tecnologici, come il binocolo o il telescopio, anche perché occorre tendere alla certezza non essendo sufficiente – ha precisato Shams ul Huda Misbahi – una mera probabilità.

Il mancato riconoscimento del calcolo astronomico non è sfiducia nella scienza (che anzi secondo la tradizione islamica è la via per avvicinarsi alla conoscenza per cui gli scienziati hanno sempre avuto un ruolo fondamentale) ma è fondamentalmente la necessità di far dipendere l’adempimento di obblighi religiosi, come quello del digiuno nel sacro mese di Ramadan, da presupposti tangibili accessibili a chiunque.

Proprio per avere quanti più dati possibili sugli avvistamenti il Mufti Bilal Raza ha ricordato l’esistenza di una rete molto capillare che può contare su contatti in Europa, Asia e Africa.

L’Iman Nader Akkad  ha richiamato l’accordo stretto tra il Centro Culturale Islamico d’Italia – Grande Moschea di Roma e l’Istituto Nazionale di Astrofisica per avere un sistema di avvistamento organizzato e coordinato sull’avvistamento del crescente lunare molto importante per la comunità musulmana perché le informazioni sono fondamentali per poter assumere, poi, i decreti sull’inizio dei mesi per la vita della comunità musulmana italiana (come per l’inizio e la fine del mese di Ramadan).

Quell’accordo ha inteso avviare una proficua collaborazione per un nuovo modello di sviluppo relazionale sostenibile attraverso la via del dialogo della cultura e della scienza per un dialogo interculturale per una più capillare diffusione scientifica dell’Astronomia nella comunità islamica nazionale.

Dopo il tramonto si è tentato l’avvistamento della luna anche tramite i comitati scientifici e religiosi che collaborano con il Centro Culturale Islamico d’Italia – Grande Moschea di Roma e l’osservazione ha dato esito positivo così che è stato comunicato che lunedì 23 gennaio 2022, sarà il primo giorno del mese di Rajab dell’anno islamico 1444.

”LIBERATE IL NOSTRO PRESIDENTE NAVALNY”

Manifestazione a Roma dei Russi contrari al regime di Putin

foto e articolo di Furio Capozzi

Si è svolta oggi a Roma una manifestazione di protesta contro il regime di Putin in Russia. Alla manifestazione, che si è svolta in Piazza dei Santi Apostoli, hanno partecipato numerosi cittadini Russi residenti o in transito a Roma. I manifestanti sono stati molto espliciti e denunciando il regime dell’attuale presidente Putin, hanno chiamato ‘ Il nostro presidente’ l’attivista, blogger e politico russo di origini ucraine Aleksej Naval’nyj. Come è noto Navalny (questa la traduzione del suo nome in italiano) è tra i più forti oppositori del regime del Presidente Putin.

L’oppositore di Putin, Navalny viene condotto in carcere dopo la sentenza di condanna

Attualmente è in carcere per scontare una condanna a 3 anni e sei mesi per questioni evidentemente legate alle sua attività politica contro il Presidente Putin e del suo Regime anti-oppositori. In particolare Navalny si è sempre detto aperto ad una politica di convivenza pacifica con le popolazioni occidentali ed a favore dei matrimoni omosessuali, capisaldi contrari da parte del Presidente Putin. Ricordiamo inoltre che in situazioni non meglio chiarite, fu avvelenato nel 2017 con un agente nervino e fu salvato in extremis dopo il trasporto in un ospedale di Berlino. Successivamente non ha voluto condurre la sua politica di opposizione in esilio accettando le conseguenze del suo rientro in patria. La manifestazione rientra nella campagna mediatica denominata #freenavalny lanciata dalla figlia dell’oppositore di Putin. Nella stessa Russia decine di migliaia di persone sono state arrestate e si sono schierate in piazza contro la politica del Regime di Putin accettando a loro volta le conseguenze del gesto (galera, percosse etc.).

Una manifestazione dei radicali italiani pro Navalny

In Italia diverse forze politiche si sono apertamente schierate a favore di questa campagna mediatica. Tra queste i Radicali Italiani che hanno rilasciato un comunicato stampa:

”Aderiamo con convinzione alla campagna internazionale #FreeNavalny lanciata ieri da Dasha Navalnaya, figlia di Alexei Navalny, per la liberazione del padre sequestrato esattamente due anni fa dal regime di Putin, sottoposto a processi farsa ed incarcerato nella colonia penale di Melikhovo in regime di massima sicurezza. Rinnoviamo la richiesta al ministro degli Esteri Tajani perché si attivi affinché l’ambasciatore italiano a Mosca visiti Navalny in carcere per verificare le sue condizioni di salute e detenzione”, così in una nota Massimiliano IervolinoGiulia Crivellini Igor Boni, segretario, tesoriera e presidente di Radicali Italiani.

“Attualmente Navalny è stato condannato a nove anni di reclusione ma sono stati aperti contro di lui altri procedimenti giudiziari per un totale di 35 anni di reclusione. L’intento di Vladimir Putin è chiaro: fare uscire Navalny di prigione non in modalità verticale ma orizzontale, dopo la sua morte.

Invitiamo le altre forze politiche, la società civile, i cittadini, a sottoscrivere l’appello per la liberazione incondizionata di Alexei Navalny su sito freenavalny.com.

Le firme raccolte in un solo giorno sono già mezzo milione e, nonostante il clima di paura e terrore esistente in Russia, ben seicento medici e decine di avvocati russi hanno sottoscritto un appello pubblico affinché Navalny riceva in cella adeguate cure mediche.

Venerdì scorso avevamo inviato una lettera aperta al ministro degli Esteri Antonio Tajani, affinché attivi tutti i canali diplomatici utili per verificare le condizioni di salute e di detenzione di Navalny.

Sarebbe quantomai opportuno che l’ambasciatore italiano a Mosca richiedesse di poter visitare il dissidente russo per accertare di persona, senza filtri, le sue condizioni e la sua situazione detentiva. Ministro Tajani, nulla da dichiarare?”, concludono.

L’arresto di Matteo Messina Denaro e la nuova mafia degli Italiani

Considerazioni sulla latitanza di un assassino e sul sistema mafioso

Di Furio Capozzi,

Audio laboratorio della SSML San Domenico di Roma

Dopo una latitanza durata 30 anni, è stato finalmente arrestato Matteo Messina Denaro, il Boss pericoloso, il capo della Mafia, il latitante ricercato numero uno. Una notizia che suscita compiacimento ed imbarazzo al tempo stesso. Da una parte ovviamente siamo tutti contenti della fine della libertà di un cruento assassino mafioso, dall’altra ci si interroga su come sia stato possibile in un mondo in cui ogni cittadino è controllato da migliaia di ‘occhi elettronici’, nel periodo in cui si inseguono con droni i cittadini solitari sulle spiagge per farli rientrare in casa causa Covid, nel mondo della biometrica digitale, delle banche dati digitali globali, ci sia stata la possibilità di ‘trasparenza’ da parte di un ricercato internazionale.

L’arresto di Matteo Messina Denaro ed una sua immagine attuale

Tutto questo nel suo paesino siciliano di residenza e nel quale ha commesso i delitti più atroci, per trenta anni. Cosa è successo? Chi lo ha coperto per tre decenni? Innanzitutto dobbiamo ricordarci chi fosse il personaggio. Questo perché molti quotidiani si soffermano su aspetti da operetta legati al personaggio: donne, viagra, auto sportive, selfie con i cittadini, sorrisi in strada, lusso etc. Il personaggio in questione ha ammazzato strozzandolo e squagliandolo nell’acido, dopo due anni di sequestro, un bambino di dieci anni

Il Bambino ucciso e sciolto nell’acido Giuseppe Di Matteo

che aveva la ‘colpa’ di essere figlio di una persona che ‘non era buono‘ in relazione agli affari mafiosi del Matteo Messina Denaro. Ha ammazzato a sangue freddo centinaia di persone, tanto da poter ‘riempire un campo santo‘ come da intercettazioni emerge, ha distrutto lo stato del diritto creando un sistema Mafioso che ha coinvolto personaggi politici come quello attualmente condannato in via definitiva in cassazione del ex Senqtore e gia sottosegretario all’interno (SOTTOSEGRETARIO ALL’ INTERNO!) di Forza Italia Antonio D’Alì,

Il Senatore D’Alì condannato per associazione mafiosa esterna con l’allora Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi

uomo forte di Forza Italia a Trapani sin dalla fondazione del partito, è stato condannato per avere “contribuito al sostegno e al rafforzamento di Cosa nostra, mettendo a disposizione dei boss le proprie risorse economiche, e, successivamente, il proprio ruolo istituzionale di senatore della Repubblica e di sottosegretario di Stato”. La Mafia Ha ucciso in maniera eclatante, che fosse di monito a tutti, i giudici del Pool Antimafia Falcone e Borsellino oltre a numerosi altri componenti della macchina giudiziaria agenti della scorta, commercianti, famigliari di oppositori fuggiti all’estero, giornalisti non compiacenti, ha gestito il traffico di stupefacenti internazionale da e verso l’europa etc. etc. etc.

Il sociologo ed attivista Mauro Rostagno ucciso su mandato di Matteo Messina Denaro ‘Io sono più trapanese di voi perché ho scelto di esserlo

Insomma un personaggio di cui vergognarsi quando all’estero ci chiedono di quale nazionalità siamo. Un personaggio che, insieme al Padre Francesco Messina Denaro inventò il nuovo sistema mafioso, un sistema che prevedeva la connivenza, la partecipazione dei cittadini, l’omertà imposta agli oppositori oltranzisti, ma agevolata alla enorme massa di persone, specie (ma non in via esclusiva) tra quelle residenti nelle terre siciliane dove si sono svolti i fatti denunciati, con la partecipazione economica e di interessi.

luogo della uccisione del Giudice Falcone, della moglie e dei poliziotti della scorta

In sostanza la nuova Mafia coinvolge i cittadini, li rende partecipi di affari economici sia come prestanomi che come imprenditori senza concorrenti (in quanto ammazzati, minacciati oppure a loro volta coinvolti). In sostanza la nuova mafia ha creato un sistema di omertà nel quale molti si sono tappati il naso di fronte alla efferatezza dei gesti omicidi e di inquinamento di uno stato del diritto. Nei prossimi mesi i pubblici ministeri andranno ad indagare sulle responsabilità di tale lunga latitanza in un territorio che dovrebbe essere super sorvegliato, anche grazie alle loro stesse attività, ma il sospetto è che la conclusione sarà triste e sconfortante: La Mafia è nella cultura della cittadinanza, è nella omertà di chi ha interesse oppure è vigliacco. E’ la mafia che non ha termini tradotti nel mondo: LA MAFIA DEGLI ITALIANI.

I magistrati uccisi nella lotta alle mafie