venerdì, Aprile 26, 2024
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Il costo del vizio del fumo per l’Italia e per il Mondo

di Furio Capozzi

Il Ministro della Salute Orazio Schillaci ha recentemente dichiaro che ‘IL costo annuale delle cure dei tumori direttamente collegati al fumo è circa il doppio di quanto incassiamo dalle accise sul tabacco, 14,40 miliardi nel 2021‘. Una notizia sconvolgente che prende come riferimento i dati della fondazione Veronesi, continuando con ‘Stiamo verificando quale sia lo strumento più idoneo per inasprire i divieti, anche all’aperto.

IL Ministro della salute Schillaci

Aspetto di raccogliere evidenze certe sui danni causati da sigarette elettroniche e prodotti senza combustione‘ aggiungendo che è “inutile mettere più soldi nel fondo sanitario nazionale, e il mio governo lo ha fatto, se poi i malati colpiti da grandi patologie aumentano e con loro i costi delle cure. Stanno arrivando farmaci oncologici prodigiosi ai quali non possiamo certo rinunciare“. Per quanto riguarda la questione delle sigarette alternative ha dichiarato che è “inutile mettere più soldi nel fondo sanitario nazionale, e il mio governo lo ha fatto, se poi i malati colpiti da grandi patologie aumentano e con loro i costi delle cure. Stanno arrivando farmaci oncologici prodigiosi ai quali non possiamo certo rinunciare“. 

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Andiamo quindi a vedere i dati che sono disponibili sul sito fondazioneveronesi.it. A sua volta il sito della fondazione veronesi chiama in causa il world no tobacco day nel quale si organizzano annualmente convegni e pubblicazioni di studi di ricerca sanitaria, sociale ed economica sulle conseguenze del consumo di tabacco il quale rappresenta chiaramente una minaccia per la salute, per lo sviluppo sostenibile e per il benessere economico del nostro paese. Infatti il fumo rappresenta una minaccia per lo sviluppo sostenibile in ogni paese, per la salute e per il benessere economico dei cittadini. Il fumo danneggia la salute delle persone, abbrevia la vita e ne peggiora la qualità, ma non solo. Finisce per alimentare un circolo vizioso di dipendenza, impoverimento, sfruttamento, degrado ambientale. I dati di stati di tutto il mondo riportano che chi fuma ha una probabilità maggiore di essere povero rispetto a chi non lo fa, esattamente del 40% in più. Addirittura vi è un nesso tra le mortalità dei fumatori e la loro appartenenza di cittadinanza, infatti l’80 per cento dei morti per fumo avviene in paesi poveri oppure in via di sviluppo, un numero pari a 7-8 milioni ogni anno. La motivazione di questo dato è da ricondurre al fatto che i paesi poveri hanno meno strumenti culturali sociali e legali per contenere la diffusione del tabagismo. Inoltre i paesi ed i cittadini più poveri hanno meno risorse per curarsi e per diagnosticare le malattie insorgenti. L’OMS calcole che nei paesi e nelle famiglie povere del mondo il 10% del bilancio famigliare viene speso in sigarette.

Inoltre chi si ammala non può provvedere al sostentamento della sua famiglia diventandone addirittura un peso. I numeri impressionanti a livello mondiale riportano spese complessive per le cure sanitarie riferibili a malattie da tabacco pari a 422 miliardi di dollari pari al 5,7 percento delle spese sanitarie globali. I dati sono stati rilevati in 152 paesi che rappresentano il 97 percento dei fumatori. Per quanto riguarda l’impatto sull’ambiente inoltre va calcolato che la coltivazione da tabacco produce immissione in ambiente di enormi quantità di pesticidi oltre a 4 milioni di ettari di terreno coltivabile destinato al tabacco con il risultato finale di due milioni di tonnellate di rifiuti dell’industria di tabacco e l’immissione in ambiente di 4.500 miliardi di sigarette ogni anno su un totale consumato di 6.000 miliardi di sigarette. Le misure di contenimento del fumo sono chiare: aumento del prezzo del costo del tabacco, con il conseguente reperimento di risorse da indirizzare allo sviluppo economico del paese e la conseguente riduzione del consumo complessivo, divieti di consumo in posti tipicamente sensibili ai giovani quali: parchi, campi sportivi, scuole, fermate dei mezzi pubblici, luoghi di ritrovo collettivi etc. Ma sopratutto la diffusione, nei linguaggi adeguati a chi dovrà ricevere il messaggio, delle statistiche e delle considerazioni contenute in questi studi citati sopra.

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