martedì, Aprile 16, 2024
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Le mezze coscienze odiano i forti

Considerazioni a seguito dell'assalto alla sede della CGIL da parte di manifestanti

Ieri si e’ vista una pagina di Storia, che purtroppo abbiamo gia avuto modo di vedere noi italiani 100 anni fa, e che si e’ appunto ripetuta: l’attacco fascista alla sede della CGIL. Sembra assurdo scrivere di questo evento nel 2021, ma purtroppo, complice una mancata analisi introspettiva italiana, in relazione alla piaga del fascismo, mai estirpato fino in fondo ed i cui focolai periodicamente riaccendono la loro miccia, si e’ vista ieri, in concomitanza con una manifestazione che protestava sulle scelte del governo in relazione del green pass, una distruzione dei locali sindacali, la minaccia ai giornalisti che riprendevano l’evento ed una aggressione con minacce a chiunque si fosse schierato in difesa della legalita’, ivi inclusi decine di appartenenti alle forze dell’ordine feriti. L’evento, grave anche se isolato dal contesto socio-politico che ha contraddistinto la storia della democrazia italiana, assume un significato diverso alla memoria dei fatti avvenuti nel famoso biennio nero (1921-1922) segnato dall’attacco, indiscriminato e particolarmente violento, che i fascisti lanciarono contro i movimenti operai e le istituzioni ancora delicate, dello stato liberale.

Le squadracce fasciste dopo l’assalto della sede del Comune di Bologna nel Novembre 1920, passarono al saccheggio ed incendio, ad opera di squadracce fasciste, delle Case del Popolo, delle cooperative, delle camere del lavoro, dei circoli culturali, dei sindacati operai, dei circoli ricreativi e delle leghe contadine. In totale nella sola Pianura padana furono 726 gli attacchi sferrati dalla barbarie fascista. Erano, come disse successivamente Pietro Nenni, ‘figli di una Italia che li mandava avanti, a spaventare la gente, a portare confusione…erano gli Arditi plagiati, usati …qualla giovane teppaglia mi faceva orrore e pena’.

Successivamente, il 28 Ottobre del 1922, con la marcia su Roma, Mussolini prese il potere. Seguirono leggi liberticide che hanno segnato per decenni la storia civile e cultirale del paese. Leggi che Mussolini defini’ ”leggi fascistissime”. Inizio’ un ventennio orrendo, il piu’ buio della storia dell’Italia ed uno dei periodi peggiori della storia della umanita’, che termino’ solo nel 25 Aprile del 1945. I focolai fascisti che permangono da 100 anni, hanno periodicamente aggredito nuovamente la CGIL anche nel secondo dopoguerra. Il 26 Ottobre 1955 una bomba esplose nella sede di Corso d’Italia, l’8 Gennaio 1964 una bomba ad alto potenziale e’ esplosa nella medesima sede. Una situazione che si ripete oggi, una nuova aggressione alla sede della CGIL da parte di manifestanti palesemente appartenenti a forze che, in maniera neanche troppo occulta, non hanno fatto segreto della loro appartenenza ideale in alcune dichiarazioni ed obiettivi, a quelli che furono di matrice fascista. La differenza e’ che oggi, forse, la democrazia italiana sia abbastanza forte da saper reagire, anche alla luce delle moderne tecnologie che sanno identificare nel dettaglio i responsabili di queste aggressioni ed anche i mandanti, che stavolta sembrerebbe fossero in prima fila e che sono stati infatti arrestati in attesa di ulteriori indagini. Si tratta di Roberto Fiore e Giuliano Castellino, responsabili di Forza Nuova, attualmente appunto detenuti. Concluderei questo articolo, che vuole sollecitare la memoria storica degli italiani, per evitare che la tolleranza verso atteggiamenti fascisti, possa portare al ripetersi di disastri che ci hanno gia’ messo in ginocchio per decenni, con uno scritto di Antonio Gramsci tratto da Carattere, Il Grido del Popolo (8 Sett 1917) ”Le mezze coscienze odiano i forti, non solo per avversione di idee, ma anche per il solo fatto che sono forti, e mettono in maggior rilievo l’altrui incapacità. Del resto, non bisogna turbarsi per l’odio, come non bisogna esaltarsi per l’ammirazione. L’odio e l’ammirazione non producono. La vita solo produce: la vita che è azione disciplinata, che è fermo proposito, che è volontà sicura e indomabile, che è servizio oscuro dell’individuo per la collettività. La vita di ogni giorno è ricominciata. All’eroismo succede il trito susseguirsi delle piccole cose quotidiane. È nella forza, nella tenacia con cui entro sé stessi e nei rapporti con gli altri si vincono gli scoramenti, si ricrea l’organizzazione, si ritessono i fili innumerevoli che uniscono insieme gli individui di una classe. Osiamo dire che questo eroismo è più produttivo dell’altro. Ha bisogno per essere attuato della continuità indefessa”

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