di Fabio Valerini
In questo momento storico in cui i conflitti sono al centro dell’attenzione anche per la drammaticità delle loro conseguenze la quarta Enciclica di Papa Francesco Dilexit nossull’amore umano e divino del Cuore di Gesù Cristoche oggi è stata pubblicata rappresenta un messaggio importante di speranza e di metodo
Un metodo per affrontare le relazioni che potremmo dire fondato sul dialogo e sulla gentilezza, ma prima di tutto sulla spiritualità.
Quello che sembra essersi più perduto nel tempo è forse proprio quest’ultima: la spiritualità.
Non è un caso se Francesco ricorda il rigore del giansenismo che sembra essere rinato oggi con nuovi volti in una società caratterizzata dalla forte avanzata della secolarizzazione, che aspira ad un mondo libero da Dio (§80).
Attraverso anche il richiamo alla devozione del Sacro Cuore, Papa Francesco ha voluto sottolineare l’importanza di favorire le relazioni tra le persone recuperando un senso di umanità che sembra essersi perduto in un contesto sempre più spersonalizzato e proiettato alla valorizzazione dell’individualismo.
Identificandosi con i più piccoli della società «Gesù ha portato la grande novità del riconoscimento della dignità di ogni persona, ed anche e soprattutto di quelle persone che erano qualificate come “indegne”. Questo principio nuovo nella storia umana, per cui l’essere umano è tanto più “degno” di rispetto e di amore quanto più è debole, misero e sofferente, fino a perdere la stessa “figura” umana, ha cambiato il volto del mondo, dando vita a istituzioni che si prendono cura delle persone che si trovano in condizioni disagiate: i neonati abbandonati, gli orfani, gli anziani lasciati soli, i malati mentali, le persone affette da malattie incurabili o con gravi malformazioni, coloro che vivono per strada» (§170).
Per recuperare il senso delle relazioni personali che sembrano essersi perse anche per un uso sempre più massivo delle tecnologie – ha ricordato Suor Antonella Fraccaro – occorre amare e non passare oltre, occorre determinarci per il bene compiendo piccoli gesti quotidiani di carità.
La fraternità e la solidarietà dovrebbero essere sempre poste a fondamento delle azioni.
Quello che Papa Francesco ha richiamato sembra essere un metodo funzionale anche a superare le più varie forme di conflitti che si presentano ad ogni livello: dal conflitto tra Stati ai conflitti che riguardano i singoli.
E soprattutto, recuperando proprio la spiritualità e la dignità della persona, un metodo da seguire in quel percorso di dialogo interreligioso che vuole consentire di creare una società dove la differenza culturale non sia vista come un ostacolo al dialogo ma un arricchimento e dove ci sia spazio per la spiritualità, la cui importanza oggi è stata efficacemente ribadita.
Uno spirito di riparazione «ci invita a sperare che ogni ferita possa essere guarita, anche se è profonda. Una riparazione completa a volte sembra impossibile, quando beni o persone care vengono persi definitivamente o quando certe situazioni sono diventate irreversibili. Ma l’intenzione di riparare e di farlo concretamente è essenziale per il processo di riconciliazione e il ritorno della pace nel cuore» (§ 186).
Quello che emerge, dunque, dalla Dilexit nos è – come ha messo in evidenza Mons. Bruno Forte – una visione antropologica integrale dove l’uomo non può essere ridotto alla sola componente razionale dimenticando quella emotiva degli affetti, dei sentimenti, dell’amore: del resto, non basta un calcolo per cambiare il mondo alla ricerca della giustizia e della pace.