giovedì, Aprile 25, 2024
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Gli ultimi Asini borghesi

Condizione della scuola e dei suoi studenti in Italia

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Di Ermannomaria Capozzi – foto di Wokandapix .Secondo l’ultimo rapporto eurostat I giovani diplomati tra 19 e 34 anni sono gli ultimi tra tutti i paesi europei a trovare un’occupazione. Si tratta del 58% dei ragazzi diplomati o laureati che in tre anni dal conseguimento del titolo di studio trovano un’occupazione. Ancora più significativo è il dato che la differenza di percentuale nel trovare lavoro tra diplomati e laureati a tre anni è solamente l’8%. Il dato è molto significativo perché dietro di noi ci sono paesi come la Grecia o la Spagna che hanno economie più deboli della nostra e che hanno subito le stesse crisi degli anni passati. Il problema quindi non può certo risiedere nel tessuto economico e vanno esaminati quindi gli altri due elementi che incidono nella ricerca del lavoro. Il primo elemento è sicuramente la scuola intesa come situazione comprendente l’università. Il nostro sistema formativo nella sua rigidità ottocentesca prevede esclusivamente tre steps di formazione senza alcuna capacità di adeguarsi al mondo che cambia e senza alcuna possibilità per le aziende di modellare la scelta formativa in base alle sfide del futuro. Esempio di elasticità è la Germania dove esistono corsi post diploma professionalizzanti gestiti e proposti dal mondo del lavoro che permettono ad un ragazzo dopo un diploma di trasformarsi in professionista. La nostra formazione superiore ha programmi per molte materie identici a quelli di due secoli fa. L’università presenta un’offerta statica e teorica che non forma per nulla professionisti adatti al mondo del lavoro aziendale o pubblico che sia. Inoltre l’università subisce il grande fallimento della riforma del 3 + 2 che è stata fatta male e nella direzione sbagliata. I nostri ragazzi quindi cominciano l’università un anno dopo gli altri e frequentano materie assolutamente non attinenti al mondo del lavoro. Ne riprova non solo il chiaro dato statistico dove appariamo ultimi in tutta Europa nella ricerca del lavoro di chi ha un titolo di studio, ma appare ancora più chiaro se osserviamo la presenza italiana nelle istituzioni internazionali europee e mondiali. La scarsa presenza degli italiani nelle organizzazioni internazionali deriva proprio dalla condizione dei nostri studenti che cominciano un anno dopo e frequentano un anno di più e studiano materie che non interessano il mondo intero.
Altro elemento importantissimo per capire questo triste dato che ci vede ultimi in tutta Europa ritengo sia la società italiana e in particolare le famiglie.
La società italiana non ha avuto lo svecchiamento di mentalità che negli ultimi ottant’anni ha pervaso l’Europa. In tutta Europa si è passati da una società con al centro la classe borghese ad una società fluida basata non più su classi sociali ma su idee e desideri che creano passione e come conseguenza professioni. L’ impiegato ottocentesco che a malapena sapeva leggere e scrivere aveva come desiderio comprensibile il far uscire dalla sua condizione i suoi figli.l’unica possibilità per accedere all’ascensore sociale era lo studio. In una società schematica vicina alla piena occupazione lo studio assicurava una condizione sociale migliore una retribuzione più alta ed una condizione in generale della vita più felice. Il mondo economico si è completamente trasformato passando dalla produzione alla finanza comportando così anche per tutte le classi sociali un necessario cambiamento che deve porre le idee e non la conoscenza al centro del miglioramento personale. Il risultato evidente non solo leggendo la statistica che riguarda il tempo per trovare un impiego, ma anche osservando l’ascensore sociale italiana che prevede una diminuzione del reddito dei figli che hanno un titolo di studio più alto rispetto ai genitori.
Se la società italiana non cambierà rapidamente continueremo a sfornare asini borghesi che parlano latino anziché inglese.

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