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Circoncisione rituale

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Circoncisione rituale

Nel Lazio sarà possibile presso strutture pubbliche

di Fabio Valerini

Nel Lazio sarà possibile ricorrere alle strutture pubbliche per effettuare la circoncisione rituale. Saranno, per ora, due le strutture pubbliche dove dietro prescrizione medica e con un ticket di 36 euro gli interessati potranno accedere alla prestazione chirurgica della circoncisione rituale: il policlinico Umberto I e il San Camillo Forlanini

A prevederlo una determinazione della Regione Lazio che è stata presentata questa mattina all’incontro su Circoncisione rituale: salute, diritto e integrazione organizzato alla Grande Moschea di Roma dal Centro Islamico culturale d’Italia 

Con la determina operativa dal 5 gennaio di quest’anno, la Regione ha introdotto un codice specifico, il codice 64.0_4, per la circoncisione riturale, anche per i bambini (prima era possibile solo la circoncisione terapeutica).

Per l’assessore alla sanità Alessio Amato che ha curato la determina, e uno dei candidati alla presidenza della Regione questa novità “nasce da un dialogo proficuo con la Grande Moschea di Roma – Centro Islamico culturale d’Italia aumentando il diritto alla salute nel rispetto della religione”.

Si tratta di un “grande risultato del dialogo” – ha sottolineato – l’Imam Nader Akkad della Grande Moschea grazie, oltre all’assessore alla sanità, alla collaborazione della presidente del II municipio di Roma Francesca Del Bello, con benefici per la comunità musulmana e per tutte quelle comunità abramitiche che prevedono la circoncisione.

L’obiettivo perseguito da questa scelta della Regione è  stato duplice. Prima di tutto dissuadere dalle circoncisioni eseguite non da medici e in luoghi non idonei con tutti i rischi di complicazione che possono portare a a malformazione e in casi più gravi alla morte portando i genitori a preferire le strutture pubbliche ospedaliere con personale medico.

Ma anche poi quello di non costringere i genitori a ricorrere a strutture mediche di altri paesi che pure avrebbe costituito un ostacolo quantomeno all’esercizio di un diritto di libertà.

Ed è per questo che la Regione ha prestato attenzione anche al profilo del costo della contribuzione alla spesa della prestazione che è stato contenuto in 36 euro: un costo più alto avrebbe potuto continuare a dissuadere molti per ragioni economiche portando verso strade illegali e pericolose per la salute dei bambini.

“Questa delibera” – ha osservato Mustafa Qaddourah – “facilita la vita dei musulmani in Italia e l’integrazione e il senso di comunità evitando rischi per i bambini”.

La scelta della Regione Lazio si pone quindi anche come modello per un’estensione a tutt’Italia di questa possibilità che attualmente è disciplinata, dove lo è, a macchia di leopardo a seconda delle varie Regioni.

Una scelta che ha solide basi: già nel 1998 il Comitato Nazionale di Bioetica aveva riconosciuto la liceità della circoncisione tradizionale o religiosa affermando che “i popoli o le comunità che, per la loro specifica cultura, praticano la circoncisione rituale, e quella in particolare dei neonati di sesso maschile, meritano quindi pieno riconoscimento della legittimità di tale pratica e di conseguenza un altrettanto piena tutela”.

Inoltre, anche la Commissione parlamentare per l’infanzia ha recentemente richiamato l’attenzione sull’opportunità di “promuovere, in un quadro di leale collaborazione con i competenti organismi nazionali e gli enti territoriali e nel rispetto delle comunità religiose interessate, la conclusione di accordi con le strutture sanitarie pubbliche finalizzate ad assicurare agli utenti che ne facciano richiesta la possibilità di effettuare in ambito ospedaliero le pratiche di circoncisione rituale secondo un tariffario concordato che tenga conto dell’intero percorso assistenziale dalle attività di analgesia, sedazione, asepsi alla tecnica chirurgica”.

Si passa ora alla fase operativa che necessita prima della diffusione di questa possibilità e, poi, di un monitoraggio per adeguare, in prospettiva, la capacità alle richieste degli utenti.

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