mercoledì, Maggio 8, 2024
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Rappresaglia di sangue

considerazioni a seguito della rappresaglia statunitense dopo l'attentato all'aeroporto di kabul

Nelle fasi concitate del rocambolesco e stranamente affannato sgombero delle truppe e dei collaboratori dell’esercito statunitense dall’Afganistan,come concordato tra Talebani ed il Presidente Trump, ha approfittato del caos una ala di Daesh della provincia di Korasan: l’Isis-K, che ha fatto esplodere una bomba Kamikaze uccidendo circa 200 persone, tra le quali 13 Marines. Immediatamente, il Presidente americano Biden, in una apparizione televisiva ha promesso, piangendo, che l’attentato sarebbe stato vendicato con le parole: “Non perdoneremo, non dimenticheremo, vi daremo la caccia e ve la faremo pagare”. Ed infatti, il giorno successivo, con un drone MQ-9 Reaper, partito da un paese terzo alla occupazione, e’ stata uccisa una persona, bersaglio predeterminato, senza che sia chiaro se sia coinvolto o meno nell’attacco all’aeroporto e senz che via sia stata alcuna dichiarazione da parte della Amministrazione statunitene che ha autorizzato l’esecuzione. Va precisato che vi sono state delle vittime come effetto collaterale della rappresaglia, costituite da sei bambini tra i quali, li ricordiamo per evitare che rimangano solamente numeri, Armin di 4 anni, Benyamin di 3 anni, Ayat e Sumaya di due anni, questi gli effetti collaterali dell’attacco vendicativo e frettolosamente messo in atto ed autorizzato dalla amministrazione Biden. Abbiamo visto una classica vendetta messa in atto, costi quel che costi, ed indirizzata verso personaggi che non e’ nemmeno certo che siano coinvolti nell’attentato in questione, avvenuta al di fuori del territorio americano e senza che vi fosse un imminente pericolo da sventare. Si tratta di una sanguinosa rappresaglia. Ma andiamo ad analizzare quelle che sono le pattuizioni consuetudinarie e pattizie che considerino legittima la rappresaglia anche ai sensi del diritto internazionale. La rappresaglia rappresenta una autotutela effettuata da uno Stato contro un altro stato in risposta ad un atto illecito commesso dal secondo contro il primo. Mentre invece la azione militare punitiva caratterizzata da inumanita’ e violenza indiscriminata, posta in essere da una forza occupante ai danni della popolazione civile della regione occupata, e’ un tipo di rappresaglia vietata dal diritto internazionale. Ebbene, in questa vicenda vi sono dei punti fermi che devono essere sottolineati per fare chiarezza: l’attentato all’aeroporto non e’ stato compiuto da uno stato, in quanto e’ evidente che i Talebani, potenza in carica, ne sono stati a loro volta vittime. Un secondo punto fermo e’ che la azione e’ stata rivolta come vendetta, verso la popolazione civile, senza un processo e senza che possa essere equivoco il fatto che non vi fosse una urgenza dettata da un pericolo imminente. Infatti e’ stata una vendetta, come appunto preannunciato da Biden. Una vendetta verso chi non e’ stato chiaro, ma sicuramente vi e’ stato un effetto positivo nei confronti dell’elettorato Americano che spesso dimostra di avere un atteggiamento nei confronti delle questioni di politica internazionale che potremmo definire giustizialista e violento. Andiamo ora ad esaminare quando una rappresaglia viene considerata accettabile nel odierno diritto bellico:

1-deve avere luogo tra stati belligeranti

2-e’ necessario che l’atto originario sia considerato illecito

3-prima che la rappresaglia sia effettuata, e’ necessario che lo Stato che la esegue abbia accertato chi siano i responsabili del fatto originario.

4-che la rappresaglia sia proporzionata al fatto che l’ha originata.

Inoltre altri protocolli (adottati a Ginevra l’8 Giugno del 1977 ed aperti alla firma da parte di diversi Stati il 12 Dicembre 1977) hanno nuovamente deciso il divieto assoluto di ogni forma di repressione collettiva contro la popolazione civile, questi protocolli, ratificati dallo stato italiano l’11Dicembre 1985 n. 762, sembrerebbero non essere stati rispettati dal governo statunitense in diverse azioni, specie in campi di occupazione quali appunto l’Afganistan. L’atteggiamento bellico degli Stati Uniti e’ tenuto nascosto dalla Amministrazione statunitense, al punto che, le indiscrezioni trapelate tramite l’analista militare della aeronautica statunitense, Daniel Hale, lo hanno portato recentemente ad una condanna a 45 mesi di reclusione. E’ stato condannato per spionaggio per avere consentito la diffusione di 17 documenti classificati i quali, se provati, porterebbero alla incriminazione delle forze armate statunitensi per crimini di guerra. Per chi volesse approfondire la questione, e’ disponibile il film-documentario National Bird diretto da Sonia Kennebeck, nel quale appunto appare in alcune riprese lo stesso Daniel Hale, attualmente detenuto. La questione delle rappresaglie, per noi italiani e’ un aspetto dei conflitti che ci tocca da vicino e rappresenta un’ombra nella memoria collettiva per la strage di Sant’Anna di Stazzema o per l’eccidio delle Fosse Ardeatine, appunto azioni disumane che ci costringono oggi ad approfondire le motivazioni e la modalita’ della esecuzione delle attuali rappresaglie, per evitare che la storia ripeta le disumanita’ passate.

articolo di Furio Capozzi

foto di Mohamed Hassan

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