Manifestazione a Roma dei Russi contrari al regime di Putin
foto e articolo di Furio Capozzi
Si è svolta oggi a Roma una manifestazione di protesta contro il regime di Putin in Russia. Alla manifestazione, che si è svolta in Piazza dei Santi Apostoli, hanno partecipato numerosi cittadini Russi residenti o in transito a Roma. I manifestanti sono stati molto espliciti e denunciando il regime dell’attuale presidente Putin, hanno chiamato ‘ Il nostro presidente’ l’attivista, blogger e politico russo di origini ucraine Aleksej Naval’nyj. Come è noto Navalny (questa la traduzione del suo nome in italiano) è tra i più forti oppositori del regime del Presidente Putin.
Attualmente è in carcere per scontare una condanna a 3 anni e sei mesi per questioni evidentemente legate alle sua attività politica contro il Presidente Putin e del suo Regime anti-oppositori. In particolare Navalny si è sempre detto aperto ad una politica di convivenza pacifica con le popolazioni occidentali ed a favore dei matrimoni omosessuali, capisaldi contrari da parte del Presidente Putin. Ricordiamo inoltre che in situazioni non meglio chiarite, fu avvelenato nel 2017 con un agente nervino e fu salvato in extremis dopo il trasporto in un ospedale di Berlino. Successivamente non ha voluto condurre la sua politica di opposizione in esilio accettando le conseguenze del suo rientro in patria. La manifestazione rientra nella campagna mediatica denominata #freenavalny lanciata dalla figlia dell’oppositore di Putin. Nella stessa Russia decine di migliaia di persone sono state arrestate e si sono schierate in piazza contro la politica del Regime di Putin accettando a loro volta le conseguenze del gesto (galera, percosse etc.).
In Italia diverse forze politiche si sono apertamente schierate a favore di questa campagna mediatica. Tra queste i Radicali Italiani che hanno rilasciato un comunicato stampa:
”Aderiamo con convinzione alla campagna internazionale #FreeNavalny lanciata ieri da Dasha Navalnaya, figlia di Alexei Navalny, per la liberazione del padre sequestrato esattamente due anni fa dal regime di Putin, sottoposto a processi farsa ed incarcerato nella colonia penale di Melikhovo in regime di massima sicurezza. Rinnoviamo la richiesta al ministro degli Esteri Tajani perché si attivi affinché l’ambasciatore italiano a Mosca visiti Navalny in carcere per verificare le sue condizioni di salute e detenzione”, così in una nota Massimiliano Iervolino, Giulia Crivellini e Igor Boni, segretario, tesoriera e presidente di Radicali Italiani.
“Attualmente Navalny è stato condannato a nove anni di reclusione ma sono stati aperti contro di lui altri procedimenti giudiziari per un totale di 35 anni di reclusione. L’intento di Vladimir Putin è chiaro: fare uscire Navalny di prigione non in modalità verticale ma orizzontale, dopo la sua morte.
Invitiamo le altre forze politiche, la società civile, i cittadini, a sottoscrivere l’appello per la liberazione incondizionata di Alexei Navalny su sito freenavalny.com.
Le firme raccolte in un solo giorno sono già mezzo milione e, nonostante il clima di paura e terrore esistente in Russia, ben seicento medici e decine di avvocati russi hanno sottoscritto un appello pubblico affinché Navalny riceva in cella adeguate cure mediche.
Venerdì scorso avevamo inviato una lettera aperta al ministro degli Esteri Antonio Tajani, affinché attivi tutti i canali diplomatici utili per verificare le condizioni di salute e di detenzione di Navalny.
Sarebbe quantomai opportuno che l’ambasciatore italiano a Mosca richiedesse di poter visitare il dissidente russo per accertare di persona, senza filtri, le sue condizioni e la sua situazione detentiva. Ministro Tajani, nulla da dichiarare?”, concludono.