di Furio Capozzi
La manifestazione dei camionisti che protestavano da giorni ad Ottawa, ha avuto un epilogo singolare. Come riporta CNN, le autorita’ Canadesi, hanno sequestrato i conti correnti dei leader del movimento Freedom Convoy. Protestavano contro le misure di contenimento del Covid. Nella stessa giornata la Polizia ha proceduto all’arresto di 200 persone, tra organizzatori e manifestanti generici. Complessivamente sono stati rimossi 60 veicoli pesanti. In diverse occasioni i manifestanti, che occupavano da giorni il centro di Ottawa, paralizzando ogni attività’, si erano dimostrati aggressivi e violenti contro i poliziotti. Complessivamente sono stati sequestrati ai manifestanti un complessivo, probabilmente provvisorio, di circa 4 milioni di dollari, tra prodotti finanziari e contanti. Le autorita’ canadesi hanno messo a disposizione per i commercianti e le attività’ colpite economicamente dal blocco, 20 milioni di euro che possono essere provvisoriamente assegnate richiedendo un massimale di 10.000 dollari per ogni attività’. La misura che e’ stata posta in atto dalle autorita’ canadesi era prevista nell’Emergency Act, una serie di provvedimenti che consegnano al Governo, per trenta giorni, poteri speciali da utilizzare contro eventuali emergenze. E’ un provvedimento del 1988 e doveva essere attivato solo in caso di “situazioni urgenti e critiche che mettano in serio pericolo la vita, la salute e la sicurezza dei canadesi”.

Da qui le proteste di molti rappresentanti ed associazioni garantiste, tra le quali la Canadian Civil Liberties Association, secondo la quale le proteste delle ultime settimane provocano certamente un danno economico, ma non mettono in pericolo la sicurezza o l’incolumità’ dei canadesi.

Certamente la considerazione che viene spontanea e’ che sempre piu’ spesso gli stati stanno ponendo in essere misure di coercizione, che prima mai erano state attuate, pensando di essere giustificati dalla opinione pubblica, grazie alla percezione di positività’ delle riduzioni delle liberta’ garantite dalla costituzione di ogni stato, messe in atto per l’emergenza Covid. Va considerato che dopo tre inverni passati nella riduzione delle garanzie di liberta’ previste da tutti i fondamenti costituzionali degli stati democratici, a causa, oppure per alcuni, con il pretesto del Covid 19, il popolo e’ esausto e comincia a farsi delle domande riguardo la giustizia, la corretta applicazione delle norme, la proporzionalità’ delle misure di contenimento. Insomma molti cominciano a chiedere misure che prendano in considerazione che oramai in molte regioni il Covid 19 sia da considerare una malattia endemica e, come tale, una malattia con la quale bisogna convivere. Molti chiedono ai governi misure proporzionali e strutturali, anziché, per il terzo anno di fila, misure emergenziali e provvisoriamente sospensive dei diritti costituzionali.

Alcune imprecisioni riguardo il comportamento del governo canadese nei confronti delle proteste che durano da più di un mese in varie città, bloccando di fatto l’economia subendo un vero e proprio ricatto da parte di pochi. l’ “Emergencies Act”, è un provvedimento straordinario, che può essere invocato solo in casi di particolare pericolo, e che per 30 giorni dà al governo maggiori poteri, tra cui quello di bloccare i conti correnti dei manifestanti (che hanno raccolto milioni di dollari da tutto il mondo chiedendo sostegno per continuare la protesta). Protesta continuata anche quando il governo ha accettato alcune proposte fatte dai cittadini.
Secondo me la protesta non legittima la violenza, la reazione della polizia e del governo canadese mi sembra giusta. I manifestanti on possono imporre le loro convinzioni. Esiste una protesta pacifica, se ne può parlare pubblicamente, venirsi incontro.