sabato, Aprile 20, 2024
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Il pretesto NATO per la guerra di Putin

lettura tra le righe delle motivazioni russe

di Furio Capozzi

immagini di Nadine Zephyrka, Kiev

Per avere chiara la situazione attuale in Ucraina, bisogna conoscere la storia del Paese e la geografia della regione circostante. E’ immediatamente chiaro che la presunta annessione della Ucraina alla Nato e’ un pretesto di Putin, per avviare una guerra che fonda le sue motivazioni altrove. Ad esempio emerge chiaramente la vicinanza della Polonia, alleata della Nato, alla piu’ grande base navale del Baltico. Oltretutto, in un periodo di alto sviluppo tecnologico, che consentirebbe l’utilizzo dei missili da crociera transcontinentali, il pilotaggio di droni a distanza di migliaia di chilometri, non e’ certo la vicinanza fisica a minacciare un territorio grande come la Russia, molto piu’ grande dell’Europa. Oltretutto va precisato che, il sodalizio economico-militare tra l’occidente e la Ucraina, avviene da oltre venti anni, senza che vi sia stata una azione concreta per impedirlo.

il centro di Kiev

Ed allora? Quale potrebbe essere la reale motivazione che ha mosso Putin in questa azione, che sembrerebbe scellerata, specie se compiuto da un settantenne al termine della propria carriera politica? La motivazione, al di la delle ipocrisie dei sostenitori filo-Putiniani e’ da ricercare nella volontà del despota russo di imporre un controllo in quelle che ritiene costole della madre Russia, e questo controllo deriva dal fatto che la Ucraina ha avviato un solido percorso democratico dopo la scissione dall’Urrs circa 30 anni orsono. Un attacco Russo con morti e feriti, nella mentalità del despota Putin, rappresenterebbe un monito a tutti quelli che vedono, in terra Russa, una ipotesi di cambiamento come ineluttabile e la democrazia, quella reale, come un futuro per la Russia. Sembra di tornare agli spiriti con cui furono spente nel sangue le sollevazioni armate di spirito antisovietico in Ungheria nel 1956 e successivamente a Praga nel 1968. Nel secondo caso, per reprimere i sentimenti antisovietici, la Cecoslovacchia rimase occupata fino alla caduta del muro di Berlino nel 1989. Ed in effetti il sentimento antisovietico che nei trenta anni dalla sua indipendenza e’ apparso efficace, con un progresso sociale e democratico invidiabile, e’ stato interpretato da Putin e dai suoi amici oligarchi, come l’inizio di uno sgretolamento della influenza sovietica della repressione e della imposizione, a cui porre fine. L’Ucraina, diversamente dalla Russia, non ha mai visto in maniera sospettosa l’occidente, come male assoluto.

zona del centro storico di Kiev

E questo non deve essere affatto piaciuto a Putin. Oltretutto ricordiamo che la Ucraina, negli anni trenta suoi una orrenda collettivizzazione dei territori (granaio della Russia), con la uccisione di due o tre milioni di cittadini da parte della Russia. Questo deve essere rimasto un ricordo indelebile degli ucraini contro ogni pensiero filo-sovietico che avrebbe potuto instaurarsi nella mente. Certo, fa una orrenda impressione vedere una civiltà, come lo e’ quella ucraina, violentata di fronte a tutti. La società ponte del cristianesimo verso l’oriente, la civiltà che e’ stata capace di scrollarsi di dosso il peso della economia statista del precedente periodo di dominazione sovietico in queste ore sta combattendo strenuamente, da sola, contro un nemico che non e’ solo suo:il nemico della civiltà democratica. L’atteggiamento della Russia e la conseguente guerra che, come motivazione annunciata, avrebbe quella della vicinanza della Nato alla capitale, e’ solo un pretesto. Dopo l’influenza sovietica, secondo le idee imperialiste di Putin, non ci può’ essere una alternativa di libertà.

Furio Capozzi
Furio Capozzihttp://www.atenapress.online
Managing editor di Atena Press

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