di Fabio Valerini
Mutano i tempi e mutano le modalità di esecuzione della pena capitale: impiccagione, forca, folgorazione, gas letale e iniezione letale.
Oggi è ancora una volta è il tempo della fucilazione: la notizia che lo Stato del South Carolina ha approvato una legge che la prevede come metodo di esecuzione, oltre alla sedia elettrica, riporta all’attenzione una circostanza che deve far riflettere: il percorso verso un’abolizione della pena di morte nel mondo sembra conoscere ancora forme di resistenza anche nei paesi democratici.
Approvando questa legge il Suoth Carolina ha voluto riprendere le esecuzioni sospese dal 2011 perché non poteva garantire la scelta tra sedia elettrica e iniezione letale non avendo a disposizione i farmaci necessari anche perché era diventato difficile trovare società farmaceutiche disponibili a rifornire i farmaci per il mix validato nel 2008 dalla Corte Suprema come metodo ammesso
L’obiettivo del Suoth Carolina, però, potrebbe non essere raggiunto perché c’è già un condannato ha proposto un ricorso sostenendo che il suo diritto a scegliere le modalità di esecuzione riconosciuto dalla legge statale deve prevedere come alternativa anche l’iniezione letale prevista al momento della sua condanna.
Con questa legge il South Carolina si è così unito agli altri stati dove la fucilazione era già prevista come l’Utah, il Mississipi e l’Oklahoma.
Agli occhi dell’Europa, dove per la prima volta al mondo venne abolita la pena di morte il 30 novembre 1786 quando venne promulgata la nuova legislazione penale del Granducato di Toscana (anche se poi fu reintrodotta e, in Italia, dove l’ultima condanna a morte venne eseguita alla Spezia il 5 marzo 1947 restò fino al 1994 nel codice penale militare di guerra) e che supporta l’abolizione della pena di morte (e il sostanziale bando all’esportazione di farmaci si inserisce in questo contesto) la scelta di un plotone di esecuzione potrebbe apparire singolare e anche, se vogliamo, fuori dal tempo.
Volendo potrebbe apparire singolare anche per gli Stati Uniti la cui costituzione prevende un ottavo emendamento che vieta le pene crudeli e inusitate: ma l’attuale tendenza della Corte Suprema non sembra andare in questa direzione.
Un giudice della Corte Suprema riconobbe una sorta di never ending story:gli Stati sviluppano un metodo di esecuzione generalmente accettato per un certo periodo fino a quando la scienza dimostra che dagli Stati provoca livelli di sofferenza incostituzionali e così viene ideato un nuovo metodo che richiama la ratio della ghigliottina progettata per decapitare senza dolore.
Non manca qualche voce secondo cui la fucilazione sarebbe una scelta più appropriata perché non farebbe soffrire il condannato a morte.
Così pare abbia pensato pure un condannato a morte in Alabama che chiese, senza, però, successo, alla Corte Suprema di essere fucilato anziché sottoposto a iniezione letale perché uno dei farmaci componenti il mix letale era considerato inaffidabile e avrebbe determinato un’agonia intollerabile contraria all’ottavo emendamento.
Ma l’esecuzione della pena di morte porta con sé anche altri effetti: un’indagine della giornalista Chiara Eisner pubblicata su The State ha rivelato che ha importanti effetti psicologi sul personale incaricato dell’esecuzione.
Ma v’è di più. Nonostante l’opinione pubblica interna e internazionale, il South Carolina, sulla falsariga della legislazione di altri stati, ha approvato anche una legge che segreta le procedure relative alle esecuzioni capitali ivi compresi i nomi di chi è coinvolto nell’attività operativa nonché sui fornitori delle sostanze letali.
Notizie queste, quindi, in controtendenza rispetto ai dati del 2020 raccolti nel Rapporto sulla pena di morte di Amnesty International secondo cui ci sarebbe una riduzione significativa delle esecuzioni e la scelta di alcuni stati come il Ciad e il Colorado di abolire la pena di morte nonché l’impegno del Kazakhistan ad abolirla e la cancellazione dell’obbligatorietà della condanna nelle Barbados.
Speriamo quindi che il trend sia come quello della Virginia che ha abolito nel 2021 la pena di morte come ci ricorda il Death Penalty Information Center.