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La mascherina che toglie il sorriso

di Ermannomaria Capozzi

Cos’è un sorriso che vedi per strada?” Ci diceva il vecchio saggio Gino Paoli:
Sembra impossibile incontrare chi, Cammina sullo stesso marciapiede E ti da’ il passo con semplicità E ti sorride senza una ragione…Così si cambia la fisionomia- Di una giornata cominciata male- Sembra impossibile che lui ci sia -E che mi faccia rivedere il sole- Era già un po’ che non vedevo più -Chi sorridendo mi da’ l’amnistia…”

Stamattina ho cominciato male la giornata, problemi sul lavoro per le conseguenze della pandemia, bollette alle stelle, problemi a grappolo come succede. Esco di casa ed incontro un vecchietto al quale anni fa ho riparato un rubinetto che perdeva, cortesie normali fino a qualche anno fa’. Mi incontra e mi saluta, mi chiama Armando, ma non importa, si ricorda più o meno il mio nome. Mi chiede come sto, che sto facendo e mi dice che la moglie è uscita dall’ospedale. È in quel momento che spalanca un sorriso ampio, enorme, anche se povero di denti.
Fino ad un anno fa’ avrei tagliato corto ed avrei abbreviato quel tempo formale che si usa tra vicini. Ma oggi è diverso. Sono felice di vedere quel sorriso antico, sono entusiasta di vedere finalmente quel viso rugoso senza mascherina. Due anni di pandemia ci hanno abituato all’anonimato della mascherina. Ci hanno reso normale il non vedere l’espressione del viso, le nostre imperfezioni e difetti, che ci rendono umani. Sono riusciti a renderci inespressivi come cani con la museruola, che non possono abbaiare quando sono arrabbiati, ma non possono neppure leccare la mano del padrone che amano. Un sorriso di un vecchio senza denti mi ha di nuovo fatto sentire come il cane che riesce ad esprimersi. Nessuna pandemia riuscirà ad ingabbiare il nostro sorriso.

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