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Un nuovo modello di giornalismo freelance libero

tipologie di giornalismo secondo Cecilia Sala, Fausto Biloslavo oppure Claudio Locatelli

Complici i nuovi media, supportati dalla tecnologia sempre piu’ sofisticata ed economica, sta nascendo una nuova figura di giornalista, il giornalista freelance, che, a differenza di quanto accadeva in passato, non svolge un servizio da libero professionista per diverse societa’ ed organizzazioni, senza avere rapporto di dipendenza con esse, ma offre un servizio rivolgendosi direttamente al pubblico che lo sostiene anche economicamente.

In origine il giornalista freelance, il cui termine deriva da mercenario, ovvero un soldato, che di professione si mette agli ordini di chiunque sia disponibile a pagarlo, che mette al servizio la sua lancia libera, appunto freelance worker. Per chi volesse approfondire la questione etimologica suggeriamo che il termine fu coniato da romanziere Walter Scott nello storico romanzo Ivanhoe (1819). Ora, studiando le nuove tecnologie di trasmissione e di comunicazione, nonche’ di raccolta fondi, e quindi di marketing , e’ possibile per un giornalista, proporsi sul mercato con una propria linea editoriale che, rivolgendosi direttamente al pubblico finale, e’ libera da condizionamenti editoriali imposti da una linea giornalistica del giornale a cui viene venduto il pezzo giornalistico. Questo porta con se una serie di novita’ che spesso nascono dalla possibilita’ di avere delle visioni differenti dal mainstream della informazione che, troppo spesso, e’ condizionato politicamente anche a causa di equilibri dettati da finanziamenti che vengono ricevuti da privati oppure direttamente dagli stati in cui si lavora.

Tipicamente il giornalista freelance opera in situazioni nelle quali operatori tradizionali hanno difficolta’ ad operare, sia per il rischio derivante dalla situazione socio-politica, che potrebbe mettere a rischio il dipendente di una organizzazione stabile con le conseguenze civili e penali che potrebbe essere chiamato a giustificare il datore di lavoro, sia per il fatto che una grande organizzazione ha piu’ difficolta’ a muoversi in anticipo rispetto a notizie di fatti che, essendo in fase nascente e non ancora sviluppate, potrebbero perdersi in un flop, dando origine ad una ingente spesa dovuta all’entita’ della organizzazione. In questo momento, ad esempio, sul territorio teatro di una instabile situazione socio-politica, abbiamo due tipi di giornalisti freelance: il primo, tradizionale, che vende i propri servizi ai mass media tradizionali e ci si riferisce a personaggi quali ad esempio Cecilia Sala, romana di 26 anni, proveniente dalla scuola di Michele Santoro, una delle migliori promesse del giornalismo moderno, i suoi coraggiosi interventi sui fatti che stanno avvenendo in Afganistan sono virali. Spesso ‘vende’ i suoi servizi a media di grandi dimensioni. Sullo stesso modello di Cecilia Sala abbiamo sul campo di Kabul Fausto Biloslavo,giornalista di guerra esperto, che vende servizi al Giornale e che ha collaborato con Panorama, Sky tg24, Tg24, NBC, CBS, NDR, TS, TIME LIFE etc. Dall’altra parte del modello freelance abbiamo giornalisti come Claudio Locatelli, che, con un lavoro coraggioso e quotidiano, condivide le sue dirette esclusivamente sulle sue pagine social, rilasciando occasionalmente delle interviste a giornali terzi, nella figura di personaggio televisivo. Con grande coraggio e capacita’ ha offerto un inedito punto di vista della situazione post partenza dell’ultimo soldato da Kabul ed ha intervistato, primo giornalista al mondo, Zabiullah Mujahid, portavoce dei Talebani al quale rivolse come prima domanda la seguente: “come intendete preparare i vostri combattenti per relazionarsi alle donne?” . La novita’ del suo fare giornalismo e’ proprio nel suo essere indipendente. Nel suo recente post su facebook, pagina al momento seguita da 145.000 follower, nel post fissato in alto, chiede di consentirgli di continuare a documentare in maniera indipendente e direttamente per il pubblico di follower, senza intermediari, quello che succede nel teatro di Kabul, oppure altrove, dove sara’ necessario fare chiarezza giornalistica. Chiaramente qui quello che conta e’ solamente la capacita’ individuale in quanto operare oggi e’ possibile con mezzi economici ed alla portata di tutti: un cellulare prestante, un asta da selfie, sarebbe consigliabile un microfono wireless collegato con il cellulare per consentire il miglioramento della intellegibilita’ del parlato nelle interviste, nelle quali il cellulare e’ distante dal talento. Tutto questo, solo pochi anni fa era impossibile ed il giornalista alla fine non era mai veramente libero.

Di Furio Capozzi

foto tratte dai profili facebook dei giornalisti menzionati

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